Tutto è iniziato con l’avvio del progetto Libra, ormai due anni fa, di cui a tutt’oggi sappiamo ancora relativamente poco, se non che ha subito vari ripensamenti e che ha cambiato nome in DIEM. Del primo gruppo di fondatori della Calibra Association facevano parte imprese – poi uscite dal progetto – che oggi tornano a navigare nelle acque del mare cripto valute che sono sempre più reali di quanto si possa immaginare. Dopo gli annunci di Visa e PayPal, è arrivato il place di Mastercard che ha annunciato in un post di voler supportare alcune criptovalute «direttamente sul nostro network»: «una forma di pagamento completamente nuova» che permetterà «ai merchant di aprirsi a consumatori nuovi che stanno familiarizzando con gli asset digitali».
La prima a dare il via ad un utilizzo meno di nicchia del Bitcoin è stata Paypal che lo scorso autunno si era detta pronta ad accettare i bitcoin come mezzo di pagamento e a offrire un wallet digitale da quest’anno ai suoi clienti americani. Da questa prima apertura e sostanzialmente accettazione mainstream, è nata la crescita del valore del bitcoin fino al valore record di 48.000 dollari di due giorni fa. Notizie recenti sono poi l’acquisto da parte di Tesla di 1,5 miliardi in bitcoin e l’apertura ben più importante di Bny Mellon che entra nel mercato delle criptovalute garantendo il deposito di bitcoin per i suoi clienti. Si tratta non solo della più antica banca americana, ma soprattutto della maggiore banca depositaria al mondo. Con l’ingresso di una banca custodian come Bny Mellon «l’universo bitcoin viene sdoganato per tutto il mondo dei servizi finanziari, sgombrando la strada dagli ostacoli per proporre qualsiasi tipo di strumento finanziario», spiega Ferdinando Ametrano, ad di CheckSig, società attiva nei servizi accessori per criptovalute al Sole 24 Ore.
Nel frattempo, anche nel mondo delle big tech il bitcoin sembra non essere più un tabù. Da tempo, da Apple a Google, si rincorrono voci sui prossimi attori nella corsa al bitcoin,. In attesa sempre del lancio di Diem, Amazon sembra candidarsi a mettere in pista un suo progetto. Sulla base dell’analisi degli annunci di offerte di lavoro, Coindesk sospetta che il colosso dell’ecommerce stia studiando uno strumento digitale per i propri servizi online da sperimentare in Messico. Anche in questo caso si tratterebbe di ritorno al passato: qualche anno fa si vociferava che Amazon fosse pronta ad accettare i pagamenti in bitcoin. E Jeff Bezos aveva lanciato quegli AmazonCoin che rappresentano una delle sperimentazioni più simili a una valuta digitale.
Siamo quindi all’alba di una nuova era in cui le cripto valute diventeranno strumenti di pagamento comuni e accettati ovunque? Cosa succederà dal punto di vista dei regolamenti e della vigilanza? Forse, il prezzo da pagare per questo passaggio al grande pubblico sarà la cessione di una parte dell’indipendenza di cui hanno goduto fino ad oggi.