Il Garante per la protezione dei dati personali ha messo sotto osservazione un nuovo e preoccupante fenomeno di telemarketing aggressivo nel settore immobiliare, che ha coinvolto migliaia di cittadini italiani. È emerso infatti che numerose agenzie immobiliari contattavano potenziali venditori e acquirenti tramite telefonate e messaggi WhatsApp, senza aver ottenuto alcun consenso valido per inviare comunicazioni promozionali. Al centro della vicenda, una società di servizi che forniva elenchi dettagliatissimi di contatti, veri e propri database contenenti non solo i numeri di telefono (fissi e mobili) degli interessati, ma anche informazioni catastali, raccolte in parte grazie all’accesso al portale Sister dell’Agenzia delle Entrate. Questi dati venivano utilizzati per una vera e propria “mappatura commerciale” del territorio, che permetteva alle agenzie di profilare in modo sistematico i proprietari di immobili in determinate aree.
Il Garante ha ritenuto tale pratica gravemente illecita, e per questo ha avviato una serie di procedimenti sanzionatori. In primo luogo, ha multato per centomila euro la società che forniva i dati; in seguito, ha sanzionato nove agenzie immobiliari coinvolte, con multe fino a quarantamila euro ciascuna. Si tratta solo dei primi provvedimenti, dato che sono ancora in corso ulteriori istruttorie che potrebbero portare ad altre sanzioni. In alcuni dei casi più gravi, l’Autorità ha vietato l’ulteriore trattamento dei dati e ha imposto la loro cancellazione, soprattutto quando le agenzie non sono state in grado di dimostrare che le persone contattate avessero espresso un consenso libero, informato e specifico.
Il fenomeno è emerso grazie alle numerose segnalazioni e ai reclami presentati dai cittadini, esasperati dall’invadenza di queste comunicazioni. L’intervento del Garante non si è limitato alle sanzioni: alle agenzie è stato imposto di rivedere in modo radicale le proprie pratiche di telemarketing. In particolare, per continuare ad operare nel rispetto della normativa sulla privacy, dovranno garantire che ogni contatto sia preceduto dall’acquisizione di un consenso valido, effettuare controlli regolari (anche a campione) sulla provenienza e correttezza dei dati utilizzati, rispettare l’iscrizione delle persone al Registro Pubblico delle Opposizioni — che consente ai cittadini di rifiutare le chiamate promozionali — e adottare misure tecniche e organizzative adeguate per consentire agli interessati di esercitare i propri diritti, incluso quello di opposizione.
Il caso mette in luce un uso distorto e illecito dei dati personali, finalizzato al profitto commerciale, che oltre a violare la privacy dei cittadini mina anche la fiducia nei confronti delle aziende che operano nel settore immobiliare. L’azione del Garante segna un importante passo a tutela dei diritti dei consumatori e lancia un segnale chiaro: non sarà più tollerato l’uso aggressivo e indiscriminato dei dati per fini di marketing, specialmente in assenza di un consenso espresso.