La Serbia è recentemente entrata a far parte dell’area geografica dell’Area unica dei pagamenti in euro (SEPA), in seguito alla decisione favorevole del Consiglio europeo per i pagamenti (Epc). L’adesione rappresenta un esempio dell’agenda del Piano di crescita per i Balcani occidentali, un’iniziativa dell’Ue volta a promuovere l’integrazione socioeconomica dell’area dei Balcani occidentali e dei suoi cittadini nelle strutture dell’Unione europea.
Cosa significa per la Serbia? La decisione positiva del Consiglio Europeo per i Pagamenti (Epc) consente ai fornitori di servizi di pagamento in Serbia di aderire ai vari schemi SEPA gestiti dall’EPC. Ciò faciliterà i trasferimenti finanziari in euro e ridurrà significativamente i costi e i tempi di elaborazione di queste transazioni tra cittadini, imprese e altri membri SEPA. In definitiva, la decisione della Serbia di aderire alla SEPA contribuirà a una crescita economica sostenibile e andrà a diretto beneficio dei cittadini serbi.
La Commissione europea è pronta a continuare a sostenere la preparazione dei fornitori di servizi di pagamento della Serbia e l’ulteriore allineamento del Paese alle normative dell’UE in vista di una futura adesione all’Unione europea. La Serbia ha presentato domanda di adesione all’Unione Europea nel 2009 ed è candidata all’adesione dal 2012, insieme ad altri nove paesi. I negoziati sono iniziati nel 2014. L’adesione alla SEPA rappresenta un traguardo importante per la Serbia, poiché faciliterà le transazioni internazionali e ne ridurrà i costi e i tempi di elaborazione, con il potenziale di generare maggiori investimenti diretti esteri (IDE), cruciali per lo sviluppo del paese.
In una relazione pubblicata dal Parlamento europeo nel maggio 2025 si afferma che, nonostante i progressi nei negoziati, la Serbia deve superare alcuni ostacoli per proseguire la sua adesione all’Ue. Pertanto, Belgrado deve migliorare il dialogo politico interno, tutelare lo stato di diritto e continuare ad attuare riforme per combattere la corruzione. Inoltre, il Paese deve anche adoperarsi per raggiungere un accordo di normalizzazione globale con il Kosovo e allinearsi pienamente alla politica estera dell’Ue. Alla luce delle recenti proteste di massa iniziate nel novembre 2024 e che hanno continuato a diffondersi in tutto il Paese entro marzo 2025, la Serbia deve continuare a compiere progressi visibili nella lotta alla corruzione e nel mantenimento della libertà di stampa e dello stato di diritto.