L’intelligenza artificiale sta assumendo un ruolo sempre più importante anche nel campo del controllo fiscale, ma il contributo umano resta fondamentale. “In Italia non esiste un algoritmo anti-evasione, non c’è un Grande Fratello, né una macchina che produce accertamenti a catena”, ha chiarito Vincenzo Carbone, direttore dell’Agenzia delle Entrate, intervenendo a un panel del Festival dell’Economia di Trento, organizzato dal Gruppo 24 Ore insieme a Trentino Marketing.
“L’intelligenza artificiale è uno strumento di supporto, ci aiuta a collegare informazioni e a ricavare dati, ma quei dati devono poi essere compresi e interpretati”, ha sottolineato Carbone. Ha aggiunto che la semplice raccolta di dati non è sufficiente: è solo un punto di partenza. Serve un’analisi approfondita, un ragionamento logico e giuridico che dia senso alle informazioni, costruendo un quadro coerente e motivato. Carbone ha spiegato che l’Agenzia delle Entrate si avvale di un team specializzato nell’analisi del rischio, formato da esperti in ambito tributario, statistico e di data science. Questo gruppo lavora sui dati disponibili per dare loro un significato corretto, mettendoli in relazione tra loro in modo intelligente.
“Dobbiamo sicuramente continuare a sviluppare l’uso dell’intelligenza artificiale”, ha affermato, “ma è essenziale che resti sempre affiancata dalla componente umana”. Ha voluto ribadirlo con forza, sottolineando che spesso su questo tema si leggono interpretazioni sbagliate o fuorvianti.
In conclusione, Carbone ha affermato che è necessario aprirsi all’innovazione tecnologica, ma sempre mantenendo al centro il confronto con il cittadino. “Il principio guida dell’Agenzia è ascoltare il contribuente, analizzare i dati e costruire su di essi un dialogo trasparente e basato sulla logica”, ha concluso.