“Il rifiuto di un’impresa in posizione dominante di garantire l’interoperabilità della sua piattaforma con un’applicazione di un’altra impresa, che diverrebbe cosi più attraente, può essere abusivo“. Questo è quanto indicato dalla Corte europea di giustizia nella sentenza relativa a un caso che ha opposto Enel e Google (Alphabet).
Enel aveva lanciato l’applicazione JuicePass che consente ai conducenti di localizzare e prenotare stazioni di ricarica per i loro veicoli elettrici. Per facilitare la navigazione verso tali stazioni, l’azienda ha chiesto a Google di rendere l’applicazione compatibile con Android Auto, il sistema di Google che consente di accedere, direttamente sullo schermo di bordo delle automobili, ad applicazioni presenti su smartphone.
Google ha rifiutato e l’Autorità garante della concorrenza italiana (Agcm) ha inflitto un’ammenda di oltre centodue milioni di euro a Google, ritenendo che tale comportamento costituisse un abuso di posizione dominante. Oggi la Corte ha precisato che il rifiuto “può essere giustificato dall’inesistenza di un modello per la categoria delle applicazioni interessate, quando la concessione dell’interoperabilità comprometterebbe la sicurezza o l’integrità della piattaforma“. Ora spetta al giudice nazionale risolvere la causa conformemente alla decisione della Corte.