Negli ultimi anni, l’Italia ha compiuto progressi significativi in termini di infrastrutture, ma si colloca al di sotto della media Ue per quanto riguarda le competenze e alcuni aspetti della digitalizzazione dei servizi pubblici. Le strategie adottate su cloud, blockchain, intelligenza artificiale e, recentemente, sulla sicurezza informatica, insieme alle riforme e agli investimenti previsti dal Piano di ripresa e resilienza, creano un solido quadro normativo per realizzare una trasformazione digitale sostenibile e inclusiva. E’ questa la valutazione della Commissione europea espressa nel rapporto sul ‘decennio’ digitale 2023 in Europa.
Per quanto riguarda le competenze digitali, dice Bruxells, i progressi dell’Italia ‘rimangono lenti e contribuiscono solo modestamente al traguardo del decennio digitale’. Solo il 46% della popolazione possiede competenze di base. Cio’ compromette la capacita’ di beneficiare delle opportunita’ digitali e di esercitare la cittadinanza digitale e ha un impatto negativo sull’inclusivita’ dell’Italia. E’ stata adottata una specifica strategia nazionale anche con il Pnrr.
Sebbene l’importanza dello sviluppo di nuove competenze e dell’aggiornamento dei profili professionali sia riconosciuta come una priorita’, il numero di imprese che offrono effettivamente formazione ai propri dipendenti e’ ancora insufficiente. Il numero di laureati in tecnologia informatiche e della comunicazione (Ict) rimane significativamente al di sotto delle ambizioni perche’ l’Italia ‘non e’ in grado di soddisfare la domanda delle imprese di professionisti qualificati’. Anche se l’offerta formativa si sta evolvendo ed e’ stata ampliata da nuove offerte formative flessibili incentrate suscienza, tecnologia, ingegneria e matematica, la quota di laureati Ict rimane all’1,5%, un valore insufficiente e significativamente inferiore alla media Ue del 4,2%. Inoltre, la percentuale di donne tra gli specialisti Ict e’ del 16%, ben al di sotto della media Ue del 18,9%.
Bruxelles ritiene che l’Italia dovrebbe intensificare gli sforzi sulle competenze digitali, in particolare nella riqualificazione della propria forza lavoro. Inoltre, dovrebbe introdurre previsioni sulle competenze per soddisfare le esigenze del mercato del lavoro e migliorare la cooperazione, in particolare con l’industria e la societa’ civile. L’Italia dovrebbe aumentare la capacita’ dei sistemi educativi di formare piu’ specialisti Ict, sfruttando i finanziamenti del Recovery Fund.