Mastercard ha recentemente dato vita a un’iniziativa storica e inclusiva. Grazie al servizio “True Name”, i clienti transgender potranno utilizzare, sul bancomat e sulle carte di credito, i nomi con cui hanno scelto di chiamarsi e non quelli che compaiono sull’atto di nascita.
«Quella che stiamo introducendo è una carta che rappresenta ogni persona in base a chi è veramente – ha spiegato Raj Seshadri, presidente degli emittenti statunitensi di Mastercard a VanityFair – È qualcosa che dovrebbe essere accessibile a chiunque: non dovrebbero esserci dolori e difficoltà in questo. Secondo la nostra visione, le nostre carte devono essere davvero per tutti».
L’accessibilità e l’abilitazione sono di vitale importanza per la comunità LGBTQIA +. Quasi un terzo (32%) delle persone che hanno mostrato ID con un nome o sesso che non corrispondeva alla loro presentazione ha riportato esperienze negative, come molestie, servizi negati e / o attacchi
In effetti il rapporto del 2015 sulle condizioni di vita delle persone transgender americane, stilato dal National Center for Transgender Equality, parla chiaro: circa il 60% non possiede un qualsiasi documento con il sesso o genere che preferiscono utilizzare mentre, in media, il 20% ha subito un qualche tipo di attacco o è stato negato il servizio richiesto dalla persona stessa.
«La società ha ascoltato le esigenze dei consumatori transgender e ha creato un potente strumento per migliorare la loro vita – ha dichiarato Zeke Stokes, chief program officer di GLAAD, associazione di difesa LGBTQ – Altre aziende dovrebbero seguire l’esempio lavorando con i membri della comunità LGBTQ per creare prodotti finanziari che riflettano le loro vere identità».
Oltre a dover affrontare la transfobia, molte persone decidono di rinunciare al cambio legale del nome per un altro motivo in particolare: il costo. Il processo di cambio legale del nome, infatti, include diverse tasse come il costo di sostegno legale, le spese processuali ed altri costi vari. La ricerca ha dimostrato che il 55% di coloro che hanno affrontato la spesa dice di aver speso tra i 100 e i 500 dollari, spese che sono da aggiungere ad altri costi elevati necessari per il proprio mantenimento e le eventuali altre tappe della vita di una persona transgender cosa che porta, quindi, il 35% delle persone intervistate ad aver ammesso di non aver avuto intenzione di procedere al cambio del nome.