Più che un semplice studio sugli sviluppi e le applicazioni tecnologiche dell’intelligenza artificiale, Stati Uniti e Cina stanno recentemente sperimentando una nuova corsa agli armamenti sfruttando quella che sarà la tecnologia principe del prossimo futuro.
Secondo gli organi di stampa cinesi, infatti, il Pentagono starebbe investendo fortemente nel tentativo di superarli nella realizzazione di sistemi militari arricchiti dalla IA, in ottemperanza a quanto recentemente dichiarato ad una conferenza a Washington anche dal Segretario USA alla difesa Mark Esper: “qualunque nazione sfrutti per prima l’intelligenza artificiale avrà un vantaggio decisivo sul campo di battaglia per molti, molti anni”.
Esper ha poi proseguito dicendo che “le guerre future saranno combattute non solo sulla terra e nel mare come hanno fatto per migliaia di anni, o nell’aria come hanno fatto nel secolo scorso, ma anche nello spazio e nel cyberspazio in modi senza precedenti”.
La Cina non può che essere d’accordo con questa visione del mondo ed è per questo che ha intensificato ricerca e investimenti con lo scopo di raggiungere la supremazia mondiale nel campo dell’intelligenza artificiale entro il 2030.
I cinesi, in particolare, stanno investendo sui veicoli da guerra a guida autonoma siano essi droni, sottomarini o mezzi di terra e stanno vendendo molti di questi a paesi del Medio Oriente.
La corsa all’intelligenza artificiale di Cina e Stati Uniti è per certi aspetti paragonabile alla corsa allo spazio degli Anni ’60 tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica.
Allora come oggi siamo difronte ad una strenua lotta contro il tempo per aggiudicarsi un primato anche per i prossimi decenni che van ben oltre il raggiungimento di un obiettivo economico e tecnologico: parliamo dell’affermazione del predominio a livello mondiale.
Vedremo col tempo quale dei due paesi sarà un centometrista e quale un maratoneta perché ciò che conta davvero – così come fu per la corsa allo spazio – è arrivare in fondo alla competizione. Lo sbarco sulla luna per gli Stati Uniti non fu solo uno stimolo per uscire da una difficile situazione ma anche uno dei primi segnali del rilancio soprattutto a livello internazionale.