La società cinese DeepSeek ha annunciato una nuova versione del suo modello di intelligenza artificiale R1, che ora raggiunge prestazioni paragonabili ai più avanzati sistemi sviluppati da aziende occidentali, come il modello o3 di OpenAI e Gemini 2.5 Pro di Google. Lo ha riportato il sito VentureBeat.
Il modello R1 ha subito notevoli miglioramenti: è diventato più veloce, più efficiente e l’interfaccia grafica è stata resa più semplice e intuitiva per gli utenti. Inoltre, è stata ridotta la tendenza dell’IA a generare informazioni errate o inventate, un problema noto come “allucinazione” nei modelli linguistici. Tra le novità tecniche, è stata anche introdotta la possibilità di ricevere risposte in formato JSON, utile per sviluppatori e integrazioni software.
A livello tecnico, la complessità del modello è aumentata: i parametri della rete neurale sono passati da 671 a 685 miliardi, rendendolo uno dei sistemi più avanzati (e anche più esigenti in termini di risorse computazionali) disponibili sul mercato. A causa di questa complessità, non è semplice farlo funzionare su normali computer domestici. Tuttavia, DeepSeek R1 è ora accessibile tramite interfaccia web, API e anche come download pubblico, come si legge su unian.ua.
Il chatbot DeepSeek ha iniziato a guadagnare fama mondiale all’inizio del 2025, diventando l’applicazione AI più scaricata e utilizzata in oltre centoventiPaesi. Questo successo improvviso ha preoccupato le principali aziende tecnologiche americane, che si sono viste sfidate da un concorrente asiatico in rapida ascesa.
Il quotidiano Financial Times ha analizzato le ragioni di questo successo, sottolineando come l’approccio di DeepSeek sia radicalmente diverso da quello dei colossi occidentali. L’azienda, infatti, non è focalizzata sul guadagno economico, ma sull’innovazione tecnologica. Il team si ispira al metodo “SEAL”: pochi membri, altamente qualificati e interamente concentrati su un obiettivo ambizioso, ovvero sviluppare un’intelligenza artificiale tra le più sofisticate al mondo.
Il crescente prestigio di DeepSeek ha però attirato anche l’attenzione delle autorità cinesi. Secondo quanto riportato dall’agenzia UNIAN, lo Stato avrebbe ritirato i passaporti degli ingegneri principali dell’azienda per evitare che potessero lasciare la Cina, temendo la fuga di informazioni sensibili e know-how strategico. Una misura che dimostra quanto Pechino consideri cruciale il controllo dello sviluppo dell’intelligenza artificiale nel contesto della competizione globale.