Un gruppo di 165 compagnie e associazioni ha chiesto all’Unione europea un’azione antitrust urgente contro Google. La richiesta è contenuta in una lettera, consultata dall’agenzia Reuters e siglata da 135 piattaforme di servizi online fra cui Expedia, Trivago, Kelkoo e Yelp. Il documento invita la Commissione a intervenire subito per impedire a Google di favorire i propri servizi nei risultati del motore di ricerca. In particolare, secondo i firmatari, Big G darebbe maggior risalto alle proprie soluzioni di comparazione nel settore viaggi, lavoro e ospitalità, inserendoli nei box appena sotto la maschera di ricerca (cosiddetti One-Box).
Il colosso di Mountain View ha sempre negato di privilegiare i propri servizi a discapito di quelli rivali, sostenendo che la concorrenza sul web è a portata di click e che quindi il suo predominio è dovuto unicamente alle preferenze degli utenti. Secondo il gruppo di 165, invece, Google “non compete lealmente” e con la tecnica dei One-Box “mantiene artificialmente gli utenti all’interno del suo ecosistema, impedendo loro di visitare servizi alternativi e più pertinenti” alle richieste. La missiva è indirizzata al commissario alla Concorrenza, Margrethe Vestager, che negli anni ha colpito prassi anti-competitive di Google con multe per 8,3 miliardi di euro. Sinora, tuttavia, le sanzioni economiche non sembrano aver scalfito il predominio dei big tech americani. Di conseguenza, la Commissione europea si appresta a varare un nuovo pacchetto di norme, il Digital Services Act, per dotarsi di strumenti antitrust più efficaci in grado di obbligare Google & co. ad aprire le proprie piattaforme alla concorrenza.Secondo i 165 firmatari dell’appello, però, questo intervento potrebbe arrivare troppo tardi e alcuni operatori “potrebbero non avere la forza e le risorse per resistere sino a che tale disciplina avrà davvero effetto”.