La decisione del Consiglio di Stato ha accolto il ricorso presentato da una proprietaria a cui era stato impedito di svolgere attività di locazione turistica. I giudici hanno annullato la precedente sentenza del TAR, ritenendo errato che il Comune avesse il potere di richiedere documentazione aggiuntiva oltre a quella prevista dal regolamento regionale, e soprattutto di vietare alla cittadina di stipulare contratti di affitto a scopo turistico.
Secondo la sentenza, l’amministrazione comunale non ha alcun diritto di limitare la libertà contrattuale del proprietario, né può impedire che questi affitti i propri immobili a turisti, purché lo faccia in forma non imprenditoriale. La libertà di utilizzare il proprio bene in questo modo rientra nella sfera privata e non può essere sottoposta a vincoli locali.
Ma il significato della pronuncia va oltre il singolo caso. La decisione segna infatti un precedente giuridico importante, specie considerando che, solo pochi giorni prima, il TAR dell’Emilia-Romagna aveva dato il via libera a un regolamento comunale che imponeva limitazioni agli affitti brevi basandosi su una nuova classificazione urbanistica, così come si legge su ilsole24ore.com.
Ora, con questa sentenza, il Consiglio di Stato potrebbe dare il via a una serie di ricorsi simili in tutta Italia, rafforzando la posizione di chi si oppone a regolamenti restrittivi adottati a livello locale.
Marco Celani, presidente di AIGAB (Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi), ha sottolineato l’importanza della sentenza, definendola una vera e propria linea guida che fa giurisprudenza. Celani ha aggiunto che la decisione verrà presa a riferimento anche in altre vertenze, come quelle in corso a Bologna e Firenze, e ha ricordato che decine di proprietari colpiti dalle restrizioni del Comune di Sirmione potrebbero ora chiedere un risarcimento, avendo visto limitata ingiustamente la loro libertà di affittare.