In questo momento in cui ci troviamo tutti, ancora, nell’occhio del ciclone siamo giustamente concentrati nel superare l’emergenza sanitaria, in attesa del tanto agognato picco del contagio che, pur nella sua drammaticità, sarebbe il primo aspetto positivo di tutta questa vicenda.
Eppure, dobbiamo forzare noi stessi a pensare un po’ più a lungo termine, a quando l’emergenza sanitaria sarà superata e dovremo far ripartire un Paese che è rimasto fermo a lungo.
Le previsioni su quale potrebbe essere la situazione italiana per quanto riguarda le imprese sono piuttosto preoccupanti. Secondo gli scenari elaborati dal Cerved, sarebbero sostanzialmente due le possibilità cui le nostre imprese andrebbero incontro con una perdita di profitto tra il 2020 e il 2021 che oscilla tra gli ottimistici 275 e i 641 miliardi di euro.
Una situazione, quindi, che si prospetta tra il grave e il drammatico. Per superare tali scenari è ovvio che non possano bastare i 25 miliardi per il momento stanziati dal governo, a meno che non siano veramente capaci di innescare un effetto leva per i 350 miliardi di euro sperati. L’Italia, così come gli altri paesi europei non può essere lasciata sola in questa emergenza sanitaria, economia e sociale – a prescindere dalla disponibilità economica di ciascuno – ma l’Europa deve finalmente assolvere alla propria funzione di coordinamento e sostegno all’intera area.
A questo proposito, la stessa BCE sembra fare un passo indietro rispetto alle precedenti dichiarazioni del presidente Lagarde di qualche giorno fa. La scorsa notte, infatti, il consiglio esecutivo BCE ha deciso di stanziare un bazooka da 750 miliardi di euro di titoli pubblici e privati da acquistare entro la fine dell’anno. «Non ci sarà alcun limite pur di salvare l’euro», ha detto a fine vertice la presidente Bce Lagarde. Musica per le orecchie, in particolare di Francia e Italia, due dei paesi che in queste ore avevano richiesto una presa di posizione più decisa da parte delle istituzioni UE. Il cosiddetto QE da 20 miliardi al mese, rafforzato già di 120 miliardi di euro promessi entro la fine dell’anno dalla riunione del board della scorsa settimana, diventa dunque una bomba da oltre mille miliardi per il 2020.
Lo stanziamento è eccezionale come si conviene che sia per una situazione inedita per i governi europei moderni e c’è da augurarsi che sia anche sufficiente almeno per innescare delle leve in tutti i paesi in grado di moltiplicare i benefici economici.
Siamo, tuttavia, alle prime battute della sfida. Secondo alcune analisi del MIT Technology Review per superare del tutto la crisi sanitaria, e quindi porre anche i definitivi presupposti per una ripresa economica, saranno necessarie ulteriori misure restrittive ed espansive per quanto riguarda le attività pubbliche per almeno altri 18 mesi. Uno scenario che non consentirebbe di mettersi alle spalle questa brutta avventura in tempi rapidi ma che deve stimolarci ancora di più a dare fondo alle nostre energie perché in fondo al tunnel c’è una luce luminosa.