Nel mondo della finanza digitale o ci si adegua, proponendo anche nuovi modelli di business evoluti o si è fuori. Una affermazione forte ma che rispecchia sostanzialmente quelli che possono essere i pericoli cui potremmo andare incontro secondo Sarah John, Capo Cassiere della Banca d’Inghilterra (BoE). La John ha esortato le altre banche centrali a prendere in considerazione lo sviluppo di criptovalute garantite per evitare che l’intero comparto dei pagamenti possa sostanzialmente essere esternalizzato.
La John ha sottolineato che, a causa del loro immobilismo, le banche centrali potrebbero rimanere indietro rispetto alle aziende private nell’area dei pagamenti digitali:
“Sarebbe meglio se il settore pubblico oppure quello privato offrisse valute digitali in futuro? È cruciale che [le banche centrali] rispondano a questo quesito.”
Il G20 in Arabia Saudita è stato foriero di numerose iniziative e ha, di fatto, generato una spinta alla realizzazione di valute digitali governate dalle banche centrali. Il mondo delle stablecoin si sta evolvendo rapidamente ed è necessario che le banche centrali acquisiscano rapidamente strumenti e competenze tali da poter offrire un’adeguata risposta alle nuove esigenze. Il tutto anche alla luce di un sondaggio condotto dall’Official Monetary Financial Institutions Forum (OMFIF) in cui è stato rilevato che la maggior parte dei cittadini britannici non è interessato a valute digitali distribuite da aziende private: il 51% degli intervistati ha risposto che le banche centrali sarebbero entità più affidabili per tale scopo. Tuttavia, l’azione dirompente delle che le imprese innovative stanno muovendo nei confronti di quelle tradizionali impone a queste ultime una profonda rivisitazione dei propri schemi operativi al fine di fronteggiare uno scontro che appare ogni giorno sempre più inevitabile.