All’indomani della firma del Protocollo d’intesa sulla mitigazione del costo delle commissioni POS avvenuta presso il Ministero dell’economia e delle finanze, Arena Digitale intervista in esclusiva uno dei principali protagonisti del tavolo di confronto tra le associazioni di categoria: il presidente dell’Associazione Prestatori Servizi di Pagamento Maurizio Pimpinella.
Presidente Pimpinella, nella giornata di ieri si è giunti finalmente alla quadra con la firma del Protocollo d’intesa sulla mitigazione dei costi dei POS, il tavolo era a lavoro da diversi mesi su questo dossier, qual è la prima impressione a riguardo?
Siamo soddisfatti del risultato conseguito e ritengo sia stato dato un segnale importante a tutto il Sistema Italia in termini di responsabilità e di lungimiranza: da questo accordo trarranno vantaggio sia gli operatori della filiera dei pagamenti sia le pmi destinatarie dell’accordo.
Abbiamo iniziato i primi colloqui già a metà febbraio e poi ci siamo riuniti periodicamente a partire da marzo. Il percorso è stato lungo ma il senso di responsabilità e la volontà generale da parte di tutti di giungere ad un accordo sono stati determinanti.
Anche perché raggiungere questo risultato non era affatto scontato…
Per nulla. Mi piace, infatti, ricordare la portata storica di questo protocollo: erano almeno 10 anni che in varie fasi si cercava di trovare un accordo tra gli operatori della filiera dei pagamenti e le associazioni di artigiani ed esercenti, senza successo. Ieri è stato compiuto un passo in avanti determinante anche verso la digitalizzazione del nostro Paese.
Cosa è cambiato rispetto a 10 anni fa che oggi può considerarsi determinante ai fini dell’accordo?
È cambiato il mondo, sia quello economico-finanziario sia letteralmente l’ecosistema in cui viviamo. Solo dieci anni fa non era ancora palese a tutti l’impatto che la trasformazione digitale avrebbe avuto. Oggi, invece, è considerata un fenomeno ineluttabile e anzi i consumatori spingono per avere a disposizione sempre più soluzioni digitalizzate. Questo è evidente in ogni settore, dalla burocrazia alla sanità, dal commercio al turismo, per fare degli esempi. Allo stesso modo, anche le procedure di incasso e pagamento si sono evolute divenendo più varie, più orientate alla soddisfazione del cliente, più immersive, più sicure e più complementari alle attività economiche, sociali e finanziarie quotidiane. In questo modo, è cresciuto a dismisura anche il numero di operatori che offrono soluzioni finanziarie digitalizzate andando incontro alle esigenze di tutti, siano essi consumatori o esercenti. E i dati sulla crescita dei pagamenti elettronici nel nostro Paese parlano chiaro: si parla di una crescita di circa il 20% delle transazioni nel 2022 rispetto al 2021, per un ammontare superiore ai 300 miliardi. Lo dice tra l’altro un’analisi realizzata da Confesercenti sulla base di dati Istat, PoliMi, Banca d’Italia e Cer, secondo cui la moneta elettronica dovrebbe superare i contanti nel 2025.
Anche alla luce di questi dati, quindi, la firma del protocollo rappresenta in qualche modo l’accettazione di una transizione già in atto, da effettuarsi magari in modo dolce.
Esatto. Della maggiore trasparenza e comparabilità si avvantaggeranno principalmente i piccoli esercizi commerciali che potranno così beneficiare di un sistema più chiaro e di immediata comprensione. Un ecosistema così ampio e vario può portare anche ad una certa confusione nelle offerte commerciali, spesso difficili da comprendere. Quanto stabilito contribuirà invece da un lato a creare ulteriore competizione sul mercato con relativo miglioramento delle offerte e dall’altro a favorire una più semplice comprensione delle offerte da parte degli esercenti che potranno scegliere la soluzione a loro più consona.
L’accordo giunge tra l’altro in un momento storico non comune: la Commissione europea ha recentemente avanzato la proposta della nuova direttiva sui pagamenti (la PSD3) e la BCE sta per sciogliere le riserve sull’euro digitale
Tutto ciò, sia sotto il profilo normativo sia sotto quello tecnologico, ci fa comprendere quanto la strada sia sostanzialmente già tracciata. La digitalizzazione delle procedure d’incasso e pagamento è un processo che procede, magari a diverse velocità, ma sempre in un’unica direzione e questo anche al netto della complementarità dell’euro digitale con la circolazione del contante. Siamo in presenza di un fenomeno che avvantaggia tutti e che nemmeno i più “tradizionalisti” nei pagamenti negano. Ad ogni modo, il compimento di questo storico percorso ci consente di voltare pagina: da oggi dobbiamo lavorare tutti assieme per modernizzare e far crescere il Paese nel suo insieme che è il desiderio comune a tutti noi.