di Eleonora Tomassi
Martedì scorso, il CEO di OpenAI, Sam Altman, si è presentato al Congresso americano per parlare della necessità di regolamentare lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, data la recente crescita esponenziale del settore.
Come riportano i giornali statunitensi, Altman ha avvertito che, se lasciata incustodita, l’IA potrebbe prendere il totale sopravvento sull’uomo e sulla sua giurisdizione, aggiungendo che OpenAI sta continuando a “lavorare con il governo per evitare che ciò accada”. Ha ammesso poi che la sua “peggiore paura” sia che prodotti come ‘ChatGPT’ di OpenAI causino “danni significativi ed irreparabili al mondo”.
Nel corso dell’udienza, Altman ha portato a confronto gli argomenti legati a questi timori. Il senatore del Missouri Josh Hawley, ad esempio, ha posto l’interrogativo sul tema elezioni e la paura che queste possano essere influenzate e/o determinate dai processi tecnologici. “Dovremmo preoccuparci di tecnologie che potranno prevedere l’opinione sondaggistica ed aiutare organizzazioni a mettere a punto strategie per influenzare le conseguenti decisioni degli elettori?” ha chiesto.
Altman ha risposto dicendo che la capacità dell’IA di persuadere le persone sia una delle sue “maggiori aree di preoccupazione” ed ha suggerito, in vista delle elezioni 2024, di lavorare incessantemente per disciplinarla altrimenti “le conseguenze saranno disastrose”.
Il senatore Richard Blumenthal del Connecticut ha evidenziato come la minaccia IA rappresenti oggi l’incubo più grande per i lavoratori. Altman ha infatti ammesso che “alcune professioni saranno probabilmente presto automatizzate”. Tuttavia, ha anche tranquillizzato gli animi affermando che, con il progredire della tecnologia, crescerà anche lo spazio per nuovi posti di lavoro ed opportunità, sebbene richiederanno una maggiore formazione e qualificazione.
Negli ultimi mesi, ChatGPT ha preso d’assalto il mondo, emergendo sia quale grande invenzione che grande pericolo, a seconda di come la si usa. Il chatbot AI è stato un vantaggio per coloro che cercavano semplici riassunti di argomenti complessi, ma ha, allo stesso tempo, anche “vomitato” vere e proprie bugie e persino generato falsi rapporti personali che sono finiti per vedere professori innocenti accusati di violenza sessuale.
L’intelligenza artificiale è anche responsabile dei “deepfake”, contenuti video, audio e foto che, grazie a speciali software, riescono a modificare o ricreare, in modo estremamente realistico, le caratteristiche e i movimenti di un volto o di un corpo imitando fedelmente una determinata voce. I video deepfake di personaggi politici ed istituzionali hanno difatti inquinato i social media convincendo e quindi illudendo il pubblico del web della loro credibilità.