La Banca d’Italia ha diffuso il terzo Rapporto sul costo degli strumenti di pagamento, un’indagine approfondita che analizza le principali modalità utilizzate per effettuare transazioni: contanti, assegni, bonifici (inclusi quelli istantanei), addebiti diretti e carte (di debito, credito e prepagate). Lo studio ha coinvolto un ampio campione composto da banche, prestatori di servizi di pagamento, imprese e attività commerciali, con l’obiettivo di esaminare i costi sostenuti sia dalla collettività (costi sociali) sia dai singoli soggetti coinvolti (costi privati).
Rispetto alla precedente edizione, si registra un calo del costo sociale complessivo, che passa da 12 punti base allo 0,61% del PIL nazionale, pari a 11,6 miliardi di euro. In parallelo, anche il costo privato medio per singola operazione sostenuto dai fornitori di servizi si è notevolmente ridotto: da 1,01 euro a 0,62 euro. Questo miglioramento è attribuibile all’adozione su larga scala dei pagamenti digitali, all’innovazione tecnologica e alla razionalizzazione dei processi operativi.
Una parte rilevante di questa riduzione è legata alla progressiva digitalizzazione delle operazioni bancarie. Infatti, i pagamenti effettuati tramite canali online o mobile (home e mobile banking) rappresentano oggi oltre il 93% del totale, a fronte dell’83% registrato nel 2016 e del 74% nel 2009. Questo passaggio dal fisico al digitale ha portato a significative economie di scala.
Analizzando i singoli strumenti dal punto di vista dei costi per chi li offre, l’addebito diretto risulta essere il più economico, con un costo medio di 0,19 euro per transazione, seguito dalle carte di pagamento (0,46 euro) e dai bonifici (0,70 euro). Tra questi, i bonifici istantanei risultano leggermente più costosi (0,66 euro) rispetto ai bonifici tradizionali effettuati online (0,45 euro), ma entrambi sono decisamente più convenienti rispetto ai bonifici eseguiti fisicamente allo sportello bancario, che hanno un costo medio di 2,11 euro.
I costi più elevati si riscontrano nei prelievi e versamenti di contanti (2,44 euro per operazione) e negli assegni, che rimangono lo strumento più oneroso con 5,28 euro a transazione.
La riduzione dei costi ha avuto effetti positivi anche per le imprese e i commercianti, che beneficiano di costi più bassi per accettare pagamenti tramite strumenti digitali. La Banca d’Italia sottolinea che ulteriori miglioramenti sono attesi grazie all’avvio di una nuova fase normativa, mirata a rendere gli strumenti di pagamento più competitivi, sicuri ed efficienti, in linea con gli obiettivi della Strategia europea per i pagamenti al dettaglio promossa dalla Commissione europea e dalla Banca Centrale Europea, nonché con le più recenti evoluzioni regolamentari del settore.