“La NATO in Europa si sta riorganizzando e, al prossimo Vertice dell’Aia, previsto per la fine di giugno, sarà formalizzato un nuovo livello di contribuzioni. Ci aspettiamo che il valore si aggiri tra il 3,5% e il 5%, includendo criteri di computo che considerano in modo olistico, come già fanno molte Nazioni, tutti i contributi alla difesa di un Paese, comprese le capacità operative, le comunicazioni, lo spazio, l’aumento della resilienza delle infrastrutture critiche e il miglioramento della mobilità militare“. Così ha dichiarato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, rispondendo nell’Aula della Camera, durante il question time, a un’interrogazione di Luigi Marattin (Misto) sulla composizione della spesa, attualmente fissata al 2% del PIL.
“Il target del 2% del PIL, insieme al 20% delle spese di investimento per l’Italia – ha chiarito – rappresenta il primo riferimento per assicurare alla NATO in Europa un punto di partenza, conseguendolo con un focus maggiore sulle forze e sugli ambiti che, fino ad oggi, ne avevano relativamente di meno. Mi riferisco, ad esempio, allo spazio extraatmosferico, che è diventato sempre di più un dominio operativo, vista l’intensificazione delle minacce”. Crosetto ha inoltre precisato: “I dettagli del computo del bilancio in chiave NATO saranno ovviamente sottoposti all’attenzione del Parlamento in occasione della presentazione del documento programmatico pluriennale del 2025“.
Rispondendo, poi, a un’interrogazione del M5S, il Ministro ha puntualizzato: “Se la NATO deciderà il 3,5% o il 5%, ma il Parlamento metterà a disposizione il 2%, il Governo utilizzerà il 2%, perché negli anni precedenti la NATO aveva fissato il 2% e il Parlamento aveva messo a disposizione l’1,40%, l’1,30%, l’1,60%, e il Governo ha utilizzato quello che il Parlamento metteva a disposizione. Siamo una Repubblica parlamentare, il bilancio viene discusso e votato in quest’Aula, per cui io prenderò atto di ciò che deciderà la NATO e di quanto deciderà conseguentemente il Parlamento“.