L’uso dell’intelligenza artificiale come possibile soluzione ai problemi legati ai conti pubblici e all’evasione fiscale in Italia rappresenta una proposta interessante, ma la situazione è complessa. Secondo i dati forniti dall’Agenzia delle Entrate, al 31 gennaio 2025 l’ammontare complessivo dei crediti fiscali non riscossi in Italia raggiunge i 1.273 miliardi di euro. Di questa cifra, 537 miliardi sono considerati irrrecuperabili, mentre 167 miliardi sono incerti e 568 miliardi sono ancora ritenuti riscattabili. Tuttavia, alcune voci critiche, come quelle dell’Osservatorio conti pubblici italiani, guidato da Giampaolo Galli, mettono in discussione la cifra dei crediti recuperabili, ritenendola forse troppo ottimistica, come si legge su fiorinacapozzi.it.
Paragonando questi numeri ai trenta miliardi di euro previsti dal governo nella legge di bilancio 2025, è evidente che il recupero di questi crediti non riscossi diventa una priorità fondamentale per migliorare la situazione economica del Paese. La grande incognita, però, riguarda la reale possibilità di incassare questa somma, e se buona parte di essa finirà per essere irrimediabilmente persa.
In questo contesto, l’intelligenza artificiale potrebbe rivelarsi uno strumento fondamentale per combattere l’evasione fiscale e migliorare la gestione delle entrate. Il viceministro all’Economia Maurizio Leo ha dichiarato che l’IA potrà essere utilizzata per inviare avvisi preventivi ai contribuenti, cercando di evitare il ricorso a verifiche fiscali dirette. Inoltre, grazie all’uso dell’intelligenza artificiale, sarebbe possibile migliorare l’interoperabilità tra le banche dati fiscali, rendendo i controlli più efficienti e rapidi.
Un altro aspetto rilevante è l’utilizzo dei dati dell’Anagrafe tributaria, che attraverso nuove tecnologie potrebbe contribuire a cambiare radicalmente il rapporto tra fisco e contribuenti, creando un sistema più trasparente e agile. Le potenzialità offerte dalle tecnologie digitali, se applicate correttamente, potrebbero quindi favorire un’azione di recupero crediti più mirata ed efficace, rendendo il sistema fiscale più moderno e reattivo.
L’intelligenza artificiale, dunque, offre sicuramente una prospettiva interessante per affrontare i problemi legati ai crediti fiscali non riscossi e all’evasione, ma la sua reale efficacia dipenderà dalla capacità di integrare i dati in modo efficiente e dalle politiche fiscali messe in atto. La tecnologia potrebbe contribuire a risolvere parzialmente questi problemi, ma un recupero completo dipenderà da come verranno gestiti i dati e dalle decisioni politiche adottate.