La Banca d’Inghilterra ha deciso di rimandare la vendita di obbligazioni a lunga scadenza a causa dell’intensificarsi delle pressioni sui mercati legate ai nuovi dazi doganali. Secondo un report di Bloomberg News di ieri, la Banca centrale britannica aveva inizialmente pianificato di vendere titoli di Stato a lunga scadenza come parte della sua politica di restringimento quantitativo. Tuttavia, a causa di un aumento dei rendimenti dei titoli di Stato provocato dai dazi imposti dagli Stati Uniti, la BOE ha scelto di sospendere questa vendita.
Invece, la Banca d’Inghilterra ha annunciato che procederà con la vendita di obbligazioni a breve termine per un valore di settecentocinquanta milioni di sterline il 14 aprile. Questa decisione sostituisce un’asta precedente per titoli di debito a più lunga scadenza, che doveva ammontare a seicento milioni di sterline, ed è stata presa “alla luce della recente volatilità del mercato”, così come si legge su pymnts.com.
Un portavoce della BOE ha spiegato che la scelta è stata una misura “precauzionale” e che l’istituto prevede di riprendere la vendita di titoli a lunga scadenza nel prossimo trimestre. Inoltre, il vicegovernatore della Banca d’Inghilterra, Sarah Breeden, ha sottolineato durante una sessione di domande e risposte che la decisione era puramente “tecnica” e non aveva alcuna relazione con la politica monetaria.
Negli ultimi giorni, i mercati hanno vissuto turbolenze in seguito all’introduzione e successiva sospensione dei dazi da parte dell’amministrazione Trump. Sebbene la pausa abbia portato un sollievo temporaneo, come dimostra l’aumento di quasi 2.200 punti del Dow Jones, le aziende e gli economisti restano preoccupati per le implicazioni future. Il blocco non ha eliminato del tutto i dazi, ma ha lasciato incertezze riguardo alle future politiche commerciali e ai piani aziendali nel caso in cui il blocco venisse revocato dopo un lungo periodo.
Se i dazi fossero stati mantenuti, molte aziende avrebbero probabilmente trasferito i costi aggiuntivi sui consumatori. Ad esempio, alcune catene di supermercati, come Morton Williams, avevano previsto aumenti dei prezzi fino al 20% su prodotti importati, come olio d’oliva e tonno in scatola, a causa degli effetti dei dazi.