Gli ultimi annunci sui dazi del presidente Donald Trump hanno scosso i mercati finanziari globali, e le criptovalute non sono state esenti da questi effetti. In particolare, il mercato delle criptovalute ha vissuto un periodo di grande volatilità, sollevando dubbi su come queste nuove politiche possano influenzare il futuro di criptovalute e blockchain.
Subito dopo l’annuncio dei dazi, il mercato delle criptovalute ha visto un notevole calo. Bitcoin, ad esempio, ha perso circa il 5% del suo valore, scendendo a circa ottantadue mila dollari dai recenti picchi. Anche Ethereum e altre criptovalute hanno subito un calo, con Ethereum che è sceso sotto i 1.800 dollari. Questo ha portato a liquidazioni massicce nei contratti a termine (futures) sulle criptovalute, con perdite superiori ai quattrocentocinquanta milioni di dollari nelle ventiquattro ore successive. In pratica, gli investitori, in cerca di maggiore sicurezza, si sono ritirati dalle criptovalute per rifugiarsi in asset più stabili, come l’oro, noto per la sua funzione di “bene rifugio” nei periodi di incertezza economica, così come riporta pymnts.com.
Nonostante la turbolenza a breve termine, alcuni esperti sono ottimisti sul lungo periodo per le criptovalute. Se i dazi dovessero indebolire la posizione del dollaro USA nel commercio globale, criptovalute come Bitcoin potrebbero diventare una valida alternativa alle valute tradizionali, in particolare per le transazioni internazionali. Bitcoin potrebbe emergere come una sorta di “oro digitale”, ovvero un bene di valore da preservare in tempi di incertezze economiche, soprattutto se le banche centrali dovessero adottare politiche monetarie più accomodanti (come abbassare i tassi di interesse o aumentare la massa monetaria).
Tuttavia, anche gli esperti riconoscono che le criptovalute rimangono asset ad alto rischio, altamente influenzati dai cambiamenti macroeconomici e dalle politiche globali. Stephen Wundke, un esperto nel campo degli investimenti in criptovalute, sottolinea che i mercati finanziari sono generalmente sensibili all’incertezza. Se questa incertezza persiste, le fluttuazioni nei mercati delle criptovalute potrebbero continuare nei prossimi mesi, a meno che non arrivino nuove dichiarazioni o provvedimenti da parte della Casa Bianca, che potrebbero cambiare il panorama.
Oltre agli effetti diretti sulle criptovalute, le tariffe potrebbero anche influire sull’ecosistema della blockchain, la tecnologia su cui si basano molte criptovalute. Ad esempio, l’aumento dei dazi sulle materie prime, come i semiconduttori, potrebbe rendere più costoso l’hardware necessario per il mining (cioè la produzione di nuove criptovalute) e per lo sviluppo di applicazioni basate su blockchain. In questo senso, le interruzioni nelle catene di approvvigionamento globali potrebbero rallentare il progresso tecnologico in quest’area.
D’altra parte, la natura decentralizzata della blockchain potrebbe anche aprire nuove possibilità. La blockchain permette transazioni dirette senza necessità di un intermediario, il che potrebbe consentire di aggirare alcune delle difficoltà create dai dazi sulle transazioni tradizionali. In questo modo, le criptovalute potrebbero offrire nuove soluzioni per le transazioni internazionali, nonostante le sfide economiche.
Dunque, sebbene l’introduzione dei dazi abbia generato un clima di incertezza e volatilità sui mercati, le criptovalute e la tecnologia blockchain sono destinate a rimanere resilienti nel lungo termine. Inoltre, nonostante nel breve periodo si possa assistere a ulteriori fluttuazioni, l’adozione delle criptovalute come riserva di valore e mezzo di scambio globale potrebbe rafforzarsi. La capacità di queste tecnologie di adattarsi e innovare sarà cruciale nel determinare il loro futuro ruolo nel sistema finanziario globale.