A causa dell’aumento delle quotazioni internazionali di caffè e cacao, i prezzi al dettaglio hanno subito un impatto significativo, portando a una forte diminuzione delle vendite di cioccolato e a una contrazione anche nelle vendite di caffè in Italia. Le associazioni Adoc, Assoutenti e Federconsumatori, che rappresentano il Cncu, hanno commentato questi sviluppi, facendo riferimento ai dati presentati oggi durante la riunione della Commissione allerta rapida organizzata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) sotto la supervisione di Mister Prezzi. L’incontro aveva come tema l’analisi delle cause dietro le fluttuazioni dei prezzi di alcuni prodotti coloniali come caffè, cacao e tè.
Secondo i dati, a febbraio 2025 le quotazioni del caffè Arabica sono aumentate del 96,6% rispetto a febbraio 2024 e addirittura del 203% rispetto a febbraio 2020. Il caffè Robusta ha visto un incremento del 72,1% rispetto al 2024 e del 287,3% rispetto al 2020. Il cacao ha subito un aumento del 77,4% rispetto al 2024 e del 262,9% rispetto al 2020.
Nel periodo tra febbraio 2025 e febbraio 2024, il costo del carrello della spesa che include caffè, cacao e tè è aumentato del 16,2% (secondo i dati Istat). Questo trend di crescita dei prezzi dura da mesi e ha avuto un impatto diretto sul volume delle vendite, così come si legge su Borsa Italiana.
Michele Carrus, presidente di Federconsumatori, ha commentato che, nonostante l’aumento della produzione globale, i costi delle materie prime e di produzione sono aumentati drasticamente. Ha sottolineato come l’impennata dei prezzi al consumo dimostri la necessità di un controllo più rigoroso su tutti i passaggi della filiera per evitare pratiche speculative che danneggiano i consumatori. Carrus ha anche evidenziato come le difficoltà economiche derivanti dall’aumento dei prezzi influenzino negativamente le politiche ambientali, con alcuni che cercano di giustificare l’alleggerimento delle misure a favore dei consumatori.
Secondo i dati di Ismea, le vendite sono notevolmente calate nei supermercati e nei negozi alimentari. Nel bimestre gennaio/febbraio 2025, il cacao ha visto una riduzione del 11,7% in volume rispetto allo stesso periodo del 2024, mentre nel 2024 la contrazione era stata del 14,1%. Il caffè ha registrato una diminuzione del 2,1% (-3,3% nel 2024), le tavolette di cioccolato sono scese del 5,6% (-5,2% nel 2024) e i cioccolatini hanno visto una flessione del 12% (-7,4% nel 2024).
Gabriele Melluso, presidente di Assoutenti, ha sottolineato che la crisi delle materie prime ha avuto un impatto diretto non solo sui prezzi, ma anche sulle abitudini di acquisto degli italiani, con una netta riduzione nelle spese per cacao, cioccolato e caffè, in risposta agli aumenti dei prezzi. Ha poi aggiunto che la situazione è particolarmente grave in vista delle festività pasquali, con uova di Pasqua e altri prodotti al cioccolato che raggiungono prezzi superiori agli 80 euro al chilo, rendendo la Pasqua sempre più costosa e costringendo le famiglie a limitare gli acquisti.
Alessandro Cafagna, vicepresidente di Adoc, ha concluso affermando che la crisi sta colpendo duramente le fasce più vulnerabili della popolazione. L’acquisto di prodotti più economici ma di qualità inferiore potrebbe compromettere la salute dei consumatori, che spesso, ignari della qualità, scelgono questi prodotti “più convenienti“.