Nuovi dati Visa rivelano che la spesa dei titolari di carte Visa per i videogiochi in Europa è aumentata del 16,7% su base annua nel 2024, con un tasso di crescita superiore al 40% rispetto alla crescita complessiva della spesa dei titolari di carte Visa.
Gli stessi dati dimostrano come, nell’ultimo anno, la spesa in questo campo sia cresciuta del 60% in più rispetto ai viaggi, del 75% in più rispetto alla moda e dell’85% in più rispetto al teatro e al cinema, rendendolo uno dei settori in più rapida crescita in Europa.
I numeri, inoltre, indicano che i gamer spendono di più ed effettuano un numero maggiore di transazioni rispetto al titolare medio di carte Visa in Europa. Una conferma che arriva anche dall’Italia, dove più di otto persone su dieci (83,12%) affermano di giocare ai videogiochi almeno una volta a settimana, con sette giocatori su dieci (71,54%) che spendono regolarmente denaro per il gaming e l’84% che investe in media fino a 60 euro al mese per abbonamenti o donazioni ai content creator.
Stefano M. Stoppani, Country Manager di Visa Italia, ha spiegato: “I gamer in Europa costituiscono una fascia demografica rilevante e altamente competente nel digitale, e il gaming rappresenta una fonte importante di connessione e creatività, soprattutto tra i più giovani. Il ruolo dei content creator nel settore del gaming sta diventando sempre più rilevante, anche in Italia, grazie a un potenziale straordinario che consente loro di promuovere costantemente attività economiche positive. In Visa siamo impegnati a supportare questi creator, assicurando loro la possibilità di pagare ed essere pagati in modo semplice e sicuro”.
La crescita della gaming creator economy
La ricerca di Visa evidenzia come, anche nel nostro Paese, l’influenza dei content creator sugli acquisti legati al gaming sia in aumento: quasi un quarto dei gamer (23,79%) afferma che i creator svolgono un ruolo importante nelle loro decisioni di spesa e più della metà (51,89%) interagisce con loro almeno una volta a settimana.
Ma con la crescita della domanda di contenuti legati al gaming, anche l’offerta aumenta. Il 13,64% dei creator trasmette contenuti in streaming e il 21,72% li condivide sui social media. Tra coloro che creano contenuti, il 14,5% si considera un “gaming content creator”, mentre più della metà (54,68%) prenderebbe in considerazione l’idea di diventarlo in futuro. Sempre secondo lo studio, infatti, più di nove persone su dieci (94,32%) ritiene che la carriera da influencer nel mondo del gaming sia diventata più attraente negli ultimi tre anni.
Attualmente, oltre un terzo dei gamer (36,68%) genera entrate dalla condivisione dei propri contenuti e un ulteriore 60,7% prevede di farlo in futuro. Le principali fonti di ricavo includono lo streaming (46,43%), i contenuti sponsorizzati (38,1%) e gli acquisti in-app da parte dei consumatori (36,9%). A livello di guadagni, il 25% dei gamer riscuote un reddito di circa 1.185 euro al mese, ma il 91,67% ritiene che le loro entrate aumenteranno significativamente nel prossimo anno.
Tuttavia, nonostante i segnali di crescita incoraggianti della gaming economy, molti creator si trovano ad affrontare sfide significative quando si tratta di monetizzare dalla propria fanbase. Le principali difficoltà per chi guadagna dalla creazione di contenuti riguardano la comprensione delle regole delle piattaforme (39,29%), l’accettazione dei pagamenti da consumatori/follower (35,71%) e la stipula di sponsorizzazioni o partnership con i brand (35,71%).
Per i creator che generano contenuti senza riceverne ancora i guadagni, le sfide principali includono: la stipula di sponsorizzazioni o partnership con i brand (43,88%); l’accettazione di pagamenti da consumatori/follower (38,13%) e la gestione degli aspetti tecnici (37,41%).
La ricerca Visa mostra che il settore del gaming non sta solo dando impulso all’economia, ma sta migliorando anche le competenze di chi gioca. Il 77% di essi ritiene che giocare, guardare o creare contenuti di gaming o eSports migliori la loro capacità di problem-solving. Anche molti content creator condividono questa visione: il 66% ritiene che questa attività permetta loro di migliorare le proprie capacità nell’ambito della progettazione web, dello sviluppo e delle competenze digitali.