La possibilità di aprire il mercato italiano a prodotti di finanza islamica a base partecipativa è un’opportunità importante secondo il vice ministro dell’Economia Maurizio Leo il quale, nel corso di un convegno alla Camera, ricorda che il mercato della finanza islamica vale circa 4.500 miliardi di dollari.
“L’Italia è un interlocutore importante per la finanza islamica“, nota il vice ministro aggiungendo che la finanza islamica può essere vista come una declinazione della finanza etica.
In Europa, ricorda, Leo, il Lussemburgo ha fatto da apripista con la prima emissione di sukuk sovrani.
Leo ricorda nel corso del convegno dedicato al tema una misura della riforma fiscale per l’attrazione degli investitori extra Ue “con benefici fiscali significativi nei primi sei anni” che è un requisito per aprire anche a investitori che cercano prodotti finanziari sharia compliant. La misura attende il via libera dell’Unione europea, in quanto può ricadere sotto la disciplina dell’aiuto di Stato.