Superare gli stereotipi che vedono le persone con maggiore esperienza come professionisti che non vogliono più imparare nulla o che sono ancorati alle vecchie abitudini è fondamentale per creare ambienti di lavoro sani e team multi-generazionali davvero performanti.
Nessun interesse ai piani di formazione, scarsa motivazione, attaccamento quasi morboso alle abitudini, costi elevati per l’azienda. Sono questi alcuni degli stereotipi più diffusi quando si pensa ai lavoratori over 50. Non c’è nulla di più errato, nella realtà. Un sondaggio condotto da PageGroup – azienda leader a livello internazionale nel settore della ricerca e selezione specializzata – tra migliaia di candidati in Italia e in Europa ha svelato come i professionisti più esperti possano essere una grande risorsa per tutte le aziende.
“Quando parliamo di lavoratori over 50 – precisa Francesca Caricchia, Senior Executive Director di PageGroup – ci immaginiamo, quasi sempre, persone con grandissima esperienza ma poco aperte al cambiamento e a cogliere nuove opportunità. Se guardiamo i dati, però, ci rendiamo conto che la situazione è molto diversa: il 62% dei professionisti over 50 che abbiamo intervistato ha dichiarato di cercare attivamente opportunità di sviluppo professionale. Un numero che smentisce categoricamente che esista un’assenza di motivazione e mette in luce l’entusiasmo e la volontà di rimanere aggiornati e di continuare a imparare. Farci offuscare dagli stereotipi e non considerare il grande valore che questi candidati possono portare a tutte le aziende e ai lavoratori più giovani può rappresentare, a lungo andare, un grosso problema. Dobbiamo impegnarci, sempre di più, a cancellare i falsi miti che ancora purtroppo permangono affinché si creino ambienti sani e multi- generazionali, con un vantaggio oggettivo per tutti”.
Lavoratori over 50 ancorati alle proprie abitudini? Non proprio. Dal sondaggio di PageGroup emerge un’altra storia: molti lavoratori senior hanno ormai abbracciato lo stile lavorativo contemporaneo, compreso il lavoro in postazioni flessibili (solo il 16% non è entusiasta dell’idea).
Non solo: quasi la metà (il 44% per la precisione) ha affermato che la resistenza al cambiamento è uno dei due errori principali che un manager può fare.
Anche il fatto che gli over 50 rappresentino un investimento costoso per le aziende viene smentito dai numeri. È certamente vero che i lavoratori più senior si aspettano di essere adeguatamente compensati per le loro competenze e l’esperienza, ma questi professionisti tendono a cercare aumenti di stipendio meno spesso rispetto agli altri colleghi e questo suggerisce un chiaro approccio equilibrato e realistico nei confronti della retribuzione.
“Grazie agli anni di esperienza trascorsi sul campo – aggiunge Francesca Caricchia – questi lavoratori hanno acquisito capacità uniche che possono davvero fare la differenza, soprattutto in un momento relativamente complicato come quello che stiamo vivendo. La vasta esperienza, infatti, garantisce una chiara visione di ciò che vogliono nella loro carriera e una profonda comprensione delle dinamiche del luogo di lavoro, mettendo le proprie competenze al servizio delle aziende”.
L’interazione efficace, dal vivo o da remoto, è la chiave per creare ambienti di lavoro sani e collaborazioni proficue. Il 68% dei lavoratori over 50 indica le interazioni informali come motivo chiave per la presenza in ufficio, ma questo non significa che la collaborazione sia limitata alla presenza fisica. Le abilità collaborative di questi professionisti alimentano un’atmosfera amichevole, sia di persona sia online.
I dipendenti over 50, inoltre, sono meno esigenti verso certi aspetti, come la necessità di avere uffici ultramoderni o attività di team building perché attribuiscono maggiore valore alla trasparenza aziendale e all’autonomia nei loro ruoli; tendono a preferire benefici aziendali significativi e sostanziali rispetto a vantaggi poco concreti.
Più di sei professionisti su dieci sono concentrati sullo sviluppo professionale, mentre poco più della metà (53%) dà priorità a benefit come l’assistenza sanitaria per sé e la famiglia. L’approccio dei lavoratori oltre i 50 anni al bilanciamento tra lavoro e vita privata è anche in sintonia con le tendenze moderne: per quanto riguarda il lavoro da casa, il 37% dei dipendenti è a proprio agio nel farlo per due giorni a settimana, mentre il 28% è aperto a tre giorni a settimana. Una chiara dimostrazione di quanto siano pronti a cogliere le opportunità del lavoro flessibile.
Il 56% dei lavoratori over 50 afferma di avere un’idea chiara di carriera e dimostra, quindi, di essere pronto a cogliere nuove sfide; il loro entusiasmo per i ruoli di leadership spesso supera quello dei colleghi più giovani e questo li rende una risorsa preziosa per il mentoring e lo sviluppo di team. A questo proposito, per valorizzare ulteriormente l’esperienza, le aziende dovrebbero introdurre programmi di mentoring (anche reverse) su misura affinché ci sia uno scambio continuo di visione e di approcci, in modo che tutti possano imparare di tutti, indipendentemente dall’età o dal ruolo.