Il crescente livello di digitalizzazione delle pmi europee può essere una buona ragione per tenersi stretto il business dei pagamenti. Questa è una delle motivazioni che sta spingendo Unicredit a investire in un settore in cui molte banche italiane hanno alleggerito la propria presenza negli ultimi anni.
Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, l’istituto di piazza Gae Aulenti avrebbe deciso di scommettere sulla crescita dei pagamenti e, in particolare, della nicchia del merchant acquiring prendendo in considerazione anche acquisizioni mirate all’estero, soprattutto in Nord Europa. La decisione deriva soprattutto dall’evoluzione che il comparto ha conosciuto a cavallo della pandemia. Una delle conseguenze del Covid è stata infatti la forte accelerazione dell’e-commerce e dei pagamenti digitali in quasi tutti i settori produttivi, anche in una geografia storicamente in ritardo in questo ambito come quella italiana. Questo trend sta imponendo significative sfide ai merchant acquirer (cioé le istituzioni finanziarie che processano le transizioni per le aziende o gli esercenti) ma, a detta delle società di consulenza, può rappresentare un volano importante per i ricavi.
Per Unicredit la scelta di investire da parte deriva anche dalla particolare conformazione del gruppo che, grazie al posizionamento internazionale, può intercettare una domanda molto variegata di servizi e gestire operazioni cross-border per conto sia di grandi che di piccole aziende. Come detto, tra le opzioni al vaglio della banca c’è quella di crescere per linee esterne. I mercati più interessanti per individuare un target sono oggi il Regno Unito e i paesi scandinavi, dove peraltro il livello di penetrazione dei canali digitali è assai più alto rispetto al resto dell’Europa e il settore delle istituzioni finanziarie interamente digitali risulta particolarmente vivace. Se non è realistico aspettarsi acquisizioni di ampia taglia, occorre però ricordare che i multipli nel comparto dei pagamenti rimangono elevati e, salvo occasioni, un’eventuale preda rischia di costare cara. Il mercato però -sostiene qualche analista- potrebbe apprezzare il valore transformational di un’operazione che proietti il gruppo nei business di domani.