Tecnologia digitale e medicina stanno stringendo tra loro un legame sempre più saldo e il territorio bresciano è in questo senso un laboratorio. Nel novero delle discipline in cui la nostra provincia fa scuola c’è anche l’oculistica, grazie allo sforzo innovativo messo in campo dal Centro oculistico bresciano.
Lo studio medico con sede in via dei Mille ha infatti introdotto nella propria metodologia l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per selezionare i migliori interventi da effettuare in base alle caratteristiche di ogni singolo occhio. L’idea è nata a seguito delle esperienze internazionali maturate da Andrea Russo, fondatore e responsabile della clinica. Un master in business administration alla statunitense Kellogg School of Management e una visita alla clinica B&Viit di Seoul (Corea del Sud) hanno spinto il medico a sviluppare una piattaforma di interconnessione e pianificazione chirurgica, che permettesse di mettere a fattore comune tutti i dati creati dalle dodici macchine laser presenti nel cento per l’analisi degli occhi.
«Ciascuna di esse fornisce specifiche informazioni creando una grande quantità di dati – spiega Russo -, ma il problema è che ogni apparecchio parla un linguaggio informatico diverso». Il primo passo è stato perciò la creazione di uno standard comunicativo comune, necessario per coordinare gli output delle varie strumentazioni. Fatto ciò le informazioni sono state tutte dirottate su un cloud, «in modo da averle sempre disponibili, sia da pc che da device mobili quali smartphone e tablet» precisa l’oculista, un macchina virtuale chiamata ad elaborarle in base ad uno specifico algoritmo sviluppato dal Centro oculistico bresciano.
«Questa implementazione tecnologica fornisce importanti informazioni diagnostiche, compreso il trattamento da effettuare, a supporto del medico – sottolinea Russo -. La precisione tecnologica permette infatti di analizzare dati che altrimenti potrebbero o venire ignorati o non considerati, ovviando alle sempre possibili mancanze umane. La scelta definitiva rimane però sempre in capo alle persone, alle quali spetta l’ultima parola sulla decisione da prendere».
L’intelligenza artificiale adottata dalla clinica, che ha richiesto circa un anno di lavoro tra sviluppo e implementazione, è anche in grado di evolversi e di apprendere (il cosiddetto macchine learning), grazie all’inserimento degli esiti delle operazioni analizzati a qualche mese di distanza e inserite nel cloud. Attualmente la tecnologia, messa a terra anche nel periodo del primo lockdown, è in uso da qualche mese ma la volontà del Centro oculistico bresciano è quella di esportarla al di fuori dei confini della struttura di via dei Mille. «Ci è stata richiesta da diverse realtà e il nostro obiettivo è quello di standardizzare l’algoritmo, al momento molto customizzato sulla nostra realtà e sui macchinari dei quali disponiamo all’interno della struttura – conferma il responsabile -. La standardizzazione rappresenterebbe il passo fondamentale per poter mettere l’algoritmo a disposizione di altre cliniche. Per fare ciò è però fondamentale che le case produttrici di macchinari creino linguaggi comunicativi omogenei».