Cambio di rotta nelle scelte dell’esecutivo per quanto riguarda la lotteria degli scontrini ormai prossima all’avvio: salta la possibilità di partecipare alla “riffa di Stato” pagando anche in contati. Rispetto quindi, a quanto previsto in precedenza, i pagamenti digitali non avranno solo una corsia preferenziale portando a premi migliori e ad una maggiore possibilità di vincita ma saranno anche gli unici strumenti di pagamento deputati a partecipare alle estrazioni.
Un cambio in corsa che, nonostante il quadro legislativo sia ancora in divenire, ha cominciato a prendere forma sul portale dedicato alla riffa di Stato (www.lotteriadegliscontrini.gov.it) che anticipa già la svolta cashless. Il meccanismo resta sostanzialmente identico, in quanto da dicembre sarà possibile registrarsi al portale e scaricare il codice lotteria da mostrare poi all’esercente al momento dell’acquisto. Con la modifica in arrivo, ogni pagamento elettronico consentirà di generare un biglietto virtuale per ogni euro speso, fino a un massimo di mille biglietti virtuali per ogni scontrino di importo pari o superiore a mille euro. Nel caso in cui l’importo speso è superiore a un euro, l’eventuale cifra decimale superiore a 49 centesimi produrrà comunque un altro biglietto virtuale. Resta anche confermata l’esclusione degli acquisti tramite e-commerce.
Ma il Ddl di Bilancio dovrebbe intervenire anche su uno degli aspetti finora più dubbi sul cashback, il meccanismo di rimborso delle spese (sempre ad esclusione di quelle online) pagate con moneta elettronica pronto a debuttare da dicembre. Le restituzioni non saranno, infatti, soggette a tassazione (come invece avviene per i cashback privati), evitando così l’effetto di dare con una mano e togliere con l’altra. Intanto ieri è arrivato il via libera del Consiglio di Stato allo schema di decreto dell’Economia. Un sì con diverse osservazioni: da quelle di forma nella stesura per l’eccessivo ricorso ad anglicismi sia nella sostanza in cui, tra l’altro, si chiede di chiarire meglio sul supercashback per chi effettua più spese con moneta elettronica sia gli eventuali ex aequo sia l’ambito di applicazione del divieto di frazionamento artificioso dei pagamenti per lo stesso acquisto.