Torino sarà la sede dell’Istituto italiano per l’Intelligenza artificiale (I3A). L’obiettivo del Governo è assai ambizioso e punta a creare una forte sinergia con Milano candidata come sede europea del tribunale unificato brevetti. L’I3A funzionerà come un vero e proprio network con l’obiettivo di coordinare le diverse attività di ricerca in questo campo e costituirà uno dei tasselli principali per la strategia definita dal ministero per lo Sviluppo economico, sottolinea una nota del Governo. «Sarà una struttura di ricerca e trasferimento tecnologico capace di attrarre talenti dal mercato internazionale e, contemporaneamente, diventare un punto di riferimento per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale in Italia, in connessione con i principali trend tecnologici (tra cui 5G, Industria 4.0, Cybersecurity)» spiega Palazzo Chigi.
Dal punto di vista operativo, I3A potrà contare, a regime, su un organico di un migliaio di persone e su un budget annuale pari a circa 80 milioni di euro. In questo sistema Torino sarà hub di riferimento con 600 addetti, in collaborazione con centri di ricerca e università. Tra i settori coinvolti ci saranno manifattura e robotica, IoT, sanità, mobilità, agrifood ed energia, Pubblica amministrazione, cultura e digital humanities, aerospazio.
A luglio è uscito il documento del Mise sull’Intelligenza artificiale e da lì è nata la candidatura della Città di Torino. «La diocesi in questo progetto c’è per diverse ragioni – spiega al Sole24Ore – anzitutto alla luce del tema dell’etica applicata alla tecnologia, poi perché si vuole valorizzare e promuovere il territorio, con Torino che può agire da motore di sviluppo su questi temi e dare una change ai ragazzi di quest’area. Partiamo da un tema, che tipo di IA vogliamo? Torino ha una attenzione storica sui temi della sussidiarietà e dell’inclusività, forte dell’esperienza dei santi sociali».