Nell’attuale manovra finanziaria in fase di definizione i pagamenti digitali hanno un ruolo di primo piano per condurre l’Italia verso la cashless society. Siamo abituati a considerare il nostro Paese come uno tra i più attardati nella piena implementazione dei pagamenti elettronici, eppure non è sempre così. Da una ricerca Think Young -Fondazione De Gasperi, infatti, emerge che solo un under 30 su 4 utilizza effettivamente monete e banconote, e soprattutto per le spese di piccola entità. Almeno tra le nuove generazioni, quindi, il portafoglio tradizionale sembrerebbe già aver ceduto il passo a quello virtuale.
La spiegazione potrebbe essere fin troppo semplice: le giovani generazioni hanno tendenzialmente una maggiore dimestichezza con la tecnologia, nella quale ripongono anche una fiducia di norma superiore rispetto alle persone più anziane che preferiscono affidarsi a strumenti di pagamento con i quali hanno maturato una certa familiarità nel corso degli anni.
La ricerca svolta da Think Young e Fondazione De Gasperi ha coinvolto duemila giovani europei residenti in Germania, Francia, Italia, Polonia e Spagna, e il risultato emerso mostra la portata della digitalizzazione dell’economia tra le nuove generazioni.
Come detto, la fiducia nei confronti delle nuove tecnologie è uno degli aspetti determinanti che favoriscono la crescita dell’utilizzo dei pagamenti digitali. Una fiducia che è, evidentemente, accompagnata anche dalla sostanziale conoscenza dell’economia digitale e delle sue potenzialità. Secondo l’indagine, infatti, il 97% degli intervistati ha mostrato di conoscere piuttosto bene il funzionamento della moneta elettronica. Tanto che il 29% ha dichiarato di effettuare pagamenti digitali più volte al giorno mentre il 46% almeno una volta.
Siamo, però, ancora in una fase di transizione. Pur utilizzando (e conoscendo) con una certa frequenza gli strumenti di pagamento digitali, i giovani intervistati (l’84% di loro) usano ancora i sistemi tradizionali per quanto riguarda le spese di piccola entità.
Nello studio effettuato, sono ovviamente presenti delle distinzioni tra i giovani dei vari paesi ed emerge, quindi, che tra quelli italiani il contante è utilizzato nel 34% dei casi. I nostri ragazzi godono di un’educazione finanziaria più ridotta di quella dei loro coetanei e anche di un interesse limitato nei confronti di tematiche economico-finanziarie.
In ogni caso, stando ai dati della ricerca, gli strumenti di pagamento digitali rappresentano un futuro dal quale tutti sono consapevoli di non potersi esimere e riconoscono nelle nuove tecnologie un efficace strumento di diffusione dei nuovi modi di pagare e vivere.
La strada è tracciata, ora il compito spetta alle autorità ad ogni livello (così come a tutti noi) per accrescere le competenze e le conoscenze in materia finanziaria e digitale per consentire – in particolare ai giovani italiani – di pareggiare il gap che li divide dai loro coetanei europei con i quali dovranno presto confrontarsi in un mercato del lavoro aperto e competitivo.