In tema di criptovalute ‘uno dei problemi e’ l’identificazione degli agenti che dovrebbero essere soggetti a regolamentazione e controllo. Alcune piattaforme sostengono di non essere intermediari in base alle regole vigenti’ e su queste basi si sta sviluppando un dibattito, soprattutto negli Usa. ‘La mia opinione e’ che la legislazione esistente, lasci spazio, specialmente in Italia, a queste diverse interpretazioni’ e per questo ‘sarebbe meglio regolare queste distinzioni per porre fine a quello che e’ stato definito il Wild West della finanza ed evitare la sua estensione all’Europa’. Lo ha dichiarato il presidente della Consob, Paolo Savona, intervenendo a un seminario sulle criptovalute organizzato dall’universita’ La Sapienza di Roma. ‘Suggerisco – ha aggiunto – di abbandonare un approccio globale ai mercati delle criptovalute e di considerare esplicitamente i diversi componenti e le interpretazioni della realta’ da affrontare’. Savona ha quindi richiamato la sua proposta di una “regolamentazione sperimentale” per ottenere ‘una regolamentazione piu’ valida, imparando dall’esperienza e dagli errori. La regolamentazione e’ un processo continuo – ha proseguito – dato che gli esperti economici e legali sanno bene che i mercati trovano modi di aggirare le regole una volta che vengono stabilite’. ‘Non possiamo inoltre dimenticare – ha concluso – che le regole non possono essere perfettamente inserite nella cornice di un codice civile (come in Italia), portando a una gestione delle criptovalute simile al paradosso di Achille e la tartaruga’.
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