Si torna a parlare dello scontro per quanto riguarda la tassazione dei giganti tecnologici e delle eventuali rappresaglie che il governo americano intende avanzare nei confronti dei Paesi che intendono procedere nella loro scelta. Il Governo Usa, infatti, e nonostante i numerosi problemi interni evidenziati nelle ultime settimane, fa planare la minaccia di ritorsioni contro l’Italia, l’India e la Turchia per la webtax. ‘Il Rappresentante al Commercio Usa e’ giunto alla conclusione’ che le tasse sui servizi digitali adottate dall’India, dall’Italia e dalla Turchia ‘sono discriminatorie nei confronti delle societa’ Usa, incompatibili con la tassazione internazionale e sono un peso sul commercio Usa o lo limitano’, indica un comunicato diffuso nella serata di ieri dall’UsTr. Washington ‘non prende alcuna misura specifica a proposito di tali conclusioni, ma continuera’ a valutare tutte le possibili opzioni’. Le indagini sui tre Paesi sono iniziate nello scorso giugno, assieme a quelle che riguardano Austria, Brasile, Repubblica ceca, Ue, Indonesia, Spagna e Regno Unito e i cui esiti saranno pubblicati prossimamente, aggiunge l’UsTr. L’annuncio e’ stato fatto nel giorno in cui devono entrare in vigore i dazi supplementari per 1,3 miliardi di dollari su alcuni dei prodotti francesi piu’ esportati come lo champagne, i cosmetici e le borse introdotti contro la Francia per la webtax. Parigi ha confermato che nel 2020 prelevera’ la tassa nei confronti dei big del web d’Oltreoceano, cioe’ Google, Amazon, Facebook e Apple. La tregua che era stata raggiunta un anno fa tra Francia e Usa in materia e’ scaduta ieri.
A questo punto, in attesa già di una decisione in sede OCSE che non arriverà prima della primavera di quest’anno (se tutto va bene) si attende la replica dei singoli stati su come intendano procedere a queste ennesime invasioni di campo.