Oggi, con ogni probabilità, non è possibile considerare moderno ed avanzato un paese in assenza della piena inclusione digitale della sua popolazione. Questa è sempre più assonante con il concetto (più ampio) di inclusione sociale che, per avere successo, necessità di competenze varie e ramificate e di un profondo processo di rinnovamento e semplificazione che parte dalle amministrazioni pubbliche e che coinvolga imprese e cittadini. Due dati emergono, tra i tanti, dall’Indice europeo sulla digitalizzazione DESI: l’Italia, in generale, è il 25° paese su 28 economie mentre per quota di PMI in grado di vendere direttamente online si posiziona terz’ultimo (peggio di noi solo Romania e Bulgaria). Anche a causa degli storici ritardi di cui soffre l’Italia è necessario intervenire con tempo e pianificare fin da subito le strategie per il futuro.
Lo stato dell’arte e le nuove strategie per creare valore dalla formazione per favorire la crescita dell’intero sistema economico sono stati oggetto di un webinar promosso dall’Associazione Prestatori Servizi di Pagamento e dall’Ordine degli Avvocati di Roma col fine di proporre soluzioni di breve e medio termine per favorire, la sostenibilità sociale e lo sviluppo economico del sistema Italia favoriti dallo sviluppo digitale dell’intero Paese.
Il Webinar si è tenuto tra le 16.30 e le 18.30 alla presenza di importanti relatori istituzionali.
Come da rito, l’evento è stato aperto dal padrone di casa, il prof. Maurizio Pimpinella presidente dell’A.P.S.P., il quale ha fatto una panoramica del momento in cui stiamo vivendo. Per Pimpinella, “l’esperienza pandemica che stiamo vivendo ha dato un importante impulso allo sviluppo dell’economia digitale e alla codificazione di nuove abitudini e di nuovi “modi di vivere”. Pimpinella pone poi l’accento sulla formazione: “Tuttavia, in assenza di competenze coerenti col cambiamento, vi è anche il pericolo che possa avere luogo una “fuga in avanti” della tecnologia che lascia indietro coloro che non sono stati in grado di adeguarsi”. “Oggi, l’inclusione digitale è sempre più assonante con il concetto di inclusione sociale e questa per avere successo non può fare a meno della trasformazione digitale, di competenze varie e ramificate e di un profondo processo di rinnovamento e semplificazione che parte dalle amministrazioni pubbliche e che coinvolga imprese, associazioni e cittadini. In futuro, senza semplificazione e digitale non potranno esserci nè efficienza né vero benessere bensì la perdita di opportunità ed investimenti a danno del Sistema Italia. In questo momento, tutti gli attori politici ed economici del Paese hanno il compito di impegnarsi per porre le basi per l’avvio di una nuova fase economico-sociale resiliente ed ambiziosa che contribuisca soprattutto, a rendere tutti noi veri cittadini”.
L’evento è stato a sua volta introdotto dall’Avv. Antonino Galletti, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Roma che ha esordito sottolineando “l’emergenza delle competenze” che riguarda il nostro Paese. “In Italia, stiamo vivendo una vera e propria fase di “povertà educativa”che, com’è noto, costringe il nostro paese alle ultime posizioni delle principali classifiche europee relative al tasso di digitalizzazione. Tale condizione rischia di precludere il normale sviluppo economico e sociale con la conseguenza di aumentare il pericolo di esclusione per milioni di cittadini ed di incidere sulla competitività stessa del Paese. La riduzione del digital gap è una “lotta civile” che con l’acquisizione di nuove competenze può diventare anche un volano di crescita economica ed è compito anche di noi avvocati impegnarci a diffondere una nuova cultura orientata all’innovazione e alla competitività”.
Rimanendo poi ai saluti istituzionali, è intervenuto l’Avv. Alessandro Graziani, membro del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma secondo cui “Il tema dell’”inclusione digitale” costituisce tra i più importanti obiettivi al cui perseguimento siamo comunque tutti chiamati. Silenziosamente ma rapidamente, il digitale sta rimodellando l’economia e la società: il modo in cui votiamo e quello in cui viene esercitato il governo, le attività di polizia, la maniera in cui i magistrati emettono le sentenze, il modo in cui accediamo ai servizi finanziari e la nostra affidabilità creditizia, i prodotti e i servizi che acquistiamo, le abitazioni, i mezzi di comunicazione che utilizziamo, le notizie che leggiamo e via dicendo. Dunque, è evidente che il digitale possa senz’altro apportare enormi benefìci alla nostra società civile. Parimenti, questa trasformazione pone anche questioni significative di Giustizia, tanto economica, che sociale: ciò a causa del rischio di emarginazione dei soggetti più vulnerabili, imprese o cittadini che siano. Del resto, siamo pienamente coscienti del fatto che l’impatto del digitale sull’occupazione sarà sempre più evidente, comportando la cessazione totale o parziale di attività di lavoro esistenti, con ricaduta in tutti i settori e ancor più nelle economie sviluppate. Dovendo essere considerati i detentori tanto del “sapere” quanto del “saper fare”, per i Professionisti -e, in particolare, degli Avvocati- il tema dell’ inclusione digitale rappresenterà davvero l’obiettivo da perseguire, con costanza e determinazione”.
Sul ruolo dei corpi intermedi e dell’impresa è stato incentrato anche un altro intervento istituzionale, quello del Presidente di Federmanager, Stefano Cuzzilla, il quale,, evidenziando come questi appuntamenti siano determinanti per “fare rete” tra le diverse anime del Paese, ha voluto sottolineare il ruolo di Federmanager nel processo di innovazione italiano. “Fedemanager ha una tradizione pluriennale nel supporto all’innovazione tramite il costante affiancamento ai suoi associati. I manager possono essere dei fondamentali vettori di innovazione tanto nel ramo aziendale tanto in ambito sociale ed è loro compito favorire la transizione digitale nelle aziende che dirigono. Una gestione lungimirante ed una visione espansiva delle nostre imprese rappresenta quindi la principale via per garantire ampie competenze ai lavoratori, e di conseguenza ai cittadini, e garantire loro la piena inclusione sociale nel processo di transizione digitale”.
Rimanendo sempre nel mondo dell’imprenditoria, ha preso poi la parola Paolo Ghezzi, direttore generale di Infocamere. “Per realizzare un progetto di inclusione digitale che aiuti la società italiana a recuperare il terreno perduto – e restare nella leadership mondiale dei paesi più avanzati – è indispensabile guardare all’impresa. Mettere le micro e piccole imprese al centro di un grande progetto di alfabetizzazione digitale (dando loro strumenti semplici, sicuri e intuitivi da usare, a partire dall’indetità digitale), può essere la chiave di volta per creare quel livello minimo basico di competenze digitali che serve per avvicinare con più fiducia e consapevolezza i nostri concittadini alla civiltà del dato. Quella su cui si regge la data driven economy in cui oggi si muovono le imprese e su cui dovremo giocare le nostre carte per realizzare uno sviluppo diffuso e sostenibile. Le Camere di Commercio – e InfoCamere con loro – hanno raccolto questa sfida e sono impegnate perché la distanza tra imprenditori e digitale si riduca sempre di più, attraverso la realizzazione di strumenti e servizi pensati in primis per un’impresa 4.0 che deve semplificare il suo rapporto con lo Stato”.
Leopoldo Gasbarro ,Direttore Wall Street Italia, ha contribuito ad andare oltre nell’analisi del webinar odierno fornendo una chiave di lettura innovativa incentrata sugli investimenti nei valori in cui noi italiani eccelliamo: “Sulla rete sono entrati 500 mln di persone in più negli ultimi 5 mesi. Il mondo attorno a noi è cambiato molto rapidamente tornando ad un moderno feudalesimo. Mentre siamo chiusi nei nostri castelli domotici, abbiamo un’apertura totale rispetto al mondo globale e possiamo vivere a contatto di tutti e non in un solo luogo. Oggi, possiamo fare dei tour virtuali dei musei che prima non erano possibili: Il digitale è lo strumento in cui investire per valorizzare la creatività, la capacità e al bellezza di cui è ricco il nostro Paese”.
Per quanto concerne UNINDUSTRIA, è intervenuto Francesco D’Angelo, Presidente della Sezione Comunicazioni di Unindustria. Nel corso del suo intervento, il dott. D’Angelo ha evidenziato che favorire l’inclusione digitale “è uno degli obiettivi di Unindustria Lazio e, in particolare, della Sezione Comunicazioni”. Inoltre, “In Italia abbiamo intrapreso il percorso verso Industria 4.0 già da qualche anno, eppure occupiamo ancora una delle ultime posizioni della classifica dell’indice DESI (l’indice che misura la digitalizzazione della società e delle imprese nel complesso), a causa, in particolare, delle scarse competenze digitali. La nostra mission, quindi, non può che essere da un lato quella di sensibilizzare le PMI verso la trasformazione digitale, “traducendo opportunamente” – se necessario – agli imprenditori il valore dei nuovi paradigmi legati all’industria 4.0. Dall’altro lato, puntiamo anche a rafforzare il legame fra mondo delle imprese e mondo accademico, in modo che le Università siano sempre vicine alle necessità delle aziende del territorio, soprattutto in termini di capacità di generare professionisti dotati dei nuovi skill digitali di cui le PMI hanno bisogno. Fondamentale in questo momento storico, l’opportunità offerta dal 5G, sia per contribuire a colmare il digital divide, sia per sostenere la competitività di industrie e imprese e l’evoluzione digitale dei servizi della Pubblica Amministrazione.”
Entrando poi proprio nel mondo dell’impresa, ha preso la parola Luca Daniele – CEO TelepassPay. “Da tempo, come Telepass e Telepass Pay siamo sinonimo di innovazione semplificando gli spostamenti e il modo di viaggiare degli italiani”. Luca Daniele ha poi evidenziato il ruolo fondamentale per la connessione dei cittadini svolto dalla rete stradale nazionale. “Oltre la metà delle merci che riforniscono quotidianamente i negozi viaggiano su gomma e molti di questi utilizzano i nostri sistemi di pagamento. Col nostro lavoro abbiano favorito la connessione delle persone in movimento, la realizzazione di un nuovo ecosistema integrato e l’acquisizione di nuove competenze ed abitudini che favoriscono l’inclusione digitale di centinaia di migliaia di italiani che hanno scelto di essere supportati nella loro attività e nella loro vita dai servizi che noi gli forniamo”.
Il giornalista economico Paolo Zucca, nel corso del suo intervento, ha portato il concetto dell’inclusione digitale sul piano della finanza innovativa: uno dei temi più rilevanti della fase economico-sociale che stiamo affrontando in questi mesi. “L’Open banking aumenta il contatto tra intermediari e clienti, approfondisce la conoscenza reciproca per affinare prodotti e servizi più puntuali. Aumenta la sicurezza in un contesto di collaborazione reciproca. L’accelerazione tecnologica è forte. L’emergenza Covid ha reso ancora più urgente l’utilizzo di operazioni a distanza come affiancamento o sostituzione delle filiali. Una parte significativa della popolazione rischia di restare tagliata fuori dall’evoluzione digitale perchè carente di connessioni efficienti e poco abituata a colloquiare online con amministrazioni pubbliche o interlocutori sanitari o finanziari. E’ uno svantaggio per tutti. L’accelerazione rischia di ampliare il divario digitale generazionale e territoriale. Mai come ora serve un’educazione digitale di base. Così come si fa per l’educazione stradale, alimentare, di prevenzione e per il buon uso del denaro”.
In questi mesi, abbiamo imparato ancora di più a conoscere l’importanza dell’economia digitale per lo sviluppo delle imprese. Tuttavia, è di fondamentale importanza che in questa nuova agorà digitale nella quale viviamo sia veicolato il giusto messaggio riguardo la reputazione dell’impresa sul web.
Per Gabriele Ferrieri – CEO Associazione Nazionale Giovani Innovatori, “Le nuove generazioni devono essere il ponte per il futuro per lo sviluppo futuro. Negli ultimi anni molti giovani si sono gettati nell’impresa con le startup. Molti giovani innovatori diventano un motore di cambiamento contribuendo allo sviluppo economico del Paese”.
Su questi temi e dell’importanza dei marketplace locali ha parlato Andrea Carboni , CEO di eShoppingAdvisor “Secondo i dati a nostra disposizione oggi in Italia ci sono circa 53000 e-commerce i quali vendono milioni di prodotti e servizi con numerose specializzazioni. Si tratta di un tessuto economico importante inquadrabile tra le piccole e medie imprese, presso cui sono occupati circa l’85 percento dei nostri connazionali. Ecco perché è fondamentale, soprattutto in questa fase, portare gli utenti a scegliere queste realtà italiane, alimentando l’economia di casa nostra piuttosto che quella dei grandi marketplace internazionali”.
Dulcis in fundo, è intervenuta Valeria Mangani, International Communication & Strategic Marketing Agency, da tempo considerata un’ambasciatrice dello stile, della moda e del made in Italy di alta qualità nel mondo. Attraverso il suo lavoro è riuscita a mettere in connessione moltissime piccole eccellenze italiane con i mercati internazionali. “
“L’artigianato “Made in Italy”, ineguagliabile e riconosciuto a livello mondiale, si confronta attualmente con una complessa situazione senza precedenti ed in rapida trasformazione.
Storicamente, i principali fattori di rottura in questi contesti altamente creativi e ricchi di tradizione, erano: il cambiamento generazionale e la globalizzazione. Questi fattori di rottura sono attualmente sostituiti da: tecnologie innovative, dalla maggiore competenza dei consumatori e dalle nuove geometrie geopolitiche.
I produttori e i brand made in Italy che non si rinnoveranno, saranno incrinati (disrupted) nel breve termine, da uno dei seguenti cambiamenti di paradigma:
1- Fattori tecnologici come l’intelligenza artificiale, la biotecnologia, la blockchain, la digitalizzazione industriale, CRIPR, l’up-cycling del lusso. Questi sono solo alcuni dei fattori inevitabili nell’immediato futuro.
2- Mantenere il passo con una competenza, senza precedenti, dei consumatori. Oggi, i consmatori si aspettano un autentico impegno dei brand verso i valori etico-ambientali, non solo come narrazione del brand, ma anche come parte integrante del DNA del marchio. Ed e’ per questo che il fattore etico-ambientale è obbligatorio per mantenere i clienti “digital-first” sulla frontiera del digital land-grab.
3- Il cambiamento delle politiche geopolitiche ha lasciato il posto a dazi più alti,
on-shoring, micro fabbriche automatizzate, e la rivisitazione generale degli scambi”.
La dottoressa Mangani ci ha lasciati con una battuta che sintetizza l’essenza stessa della sua missione “La moda è una storia che parte dall’agricultura e termina con la comunicazione”.
A chiusura del panel, anche per tirare le somme dell’evento odierno, sono intervenuti Romina Nicoletti AU e Fondatrice della M.Ro Business Cooperation and Innovation Center e Valerio De Luca, Presidente di Task Force Italia. Per la prima, “il rilancio economico del Paese e la sua rinnovata affermazione sui mercati internazionali passano attraverso l’adozione di strategie commerciali e modelli innovativi: il percorso verso la digitalizzazione del nostro sistema imprenditoriale non è più una opzione futura, ma s’impone come una necessità immediata. La pandemia ha accelerato il processo di digitalizzazione del nostro sistema economico e pubblico. in questa ottica un’attenzione speciale andrà rivolta al deficit di cultura digitale delle PMI. Si deve fare sistema per incentivare l’accesso della più ampia platea di PMI alla tecnologia, è di fondamentale importanza individuare strumenti a sostegno dei loro processi di internazionalizzazione”.
De Luca, invece, all’interno anche di un intervento di presentazione di Task Force Italia, “Il telelavoro e la formazione online purtroppo non agevolano tutta la popolazione italiana. Vi è una fetta consistente di cittadini che vivono in condizioni disagiate in cui non è possibile studiare e lavorare se non in presenza. Dobbiamo lavorare per “sanare” queste situazioni critiche per inglobare buona parte della popolazione all’interno del processo di trasformazione che è proprio anche, ad esempio, dei principi del Next Generetion EU. Task Force Italia, lavorerà senza sosta per agevolare il passaggio verso un’economia più inclusiva”
Il video dell’evento: https://www.facebook.com/watch/live/?v=411538923212852&ref=watch_permalink