“I nostri padri fondatori non si sarebbero inchinati davanti a un re. E noi dovremmo inchinarci davanti agli imperatori dell’economia online”. Con queste parole David Cicilline, presidente Democratico della sottocommissione antitrust, ha dato avvio all’udienza delle big tech presso il Congresso USA.
Gli OTT si sono schierati, come davanti ad un plotone di esecuzione online, davanti ai legislatori USA che li hanno tempestati di domande sulla loro condotta, considerata a tratti sconsiderata. La difesa, come immaginabile, è stata strenua e tesa a declinare ogni responsabilità. Anzi, in vari tratti dell’esposizione – soprattutto per quanto riguarda quella di Mark Zuckerberg, i big della tecnologia statunitense hanno voluto evidenziare il loro ruolo “patriottico” nell’ambito dello sconto politico e tecnologico che da mesi viene condotto nei confronti della Cina.
Forse, nonostante un’audizione tesa e a tratti dai contorni fortemente inquisitori, non è ancora arrivato il momento per gli over the top di abbandonare le posizioni di potere. Tuttavia, di fatto, si sta aprendo una nuova fase in cui i legislatori cercheranno di limitarne in ogni modo l’azione per impedire che possano diventare più influenti degli stati stessi.
Da Twitter, poi, ha tuonato anche il Presidente Trump il quale, in mancanza di una soluzione che porti maggiore equità, ha minacciato di intervenire personalmente attraverso ordini esecutivi.
Una situazione che sembrerebbe mettere alle strette le imprese sotto accusa ma che, almeno in apparenza, non sembra destare in loro particolare preoccupazione, forti del consenso di un popolo di clienti che non conosce confini e che si estende a tutte le latitudini del mondo. Tuttavia, come anche qualche commentatore ha fatto notare in questi giorni, proprio questa loro presenza tentacolare (e ciò è riferito soprattutto ad Amazon ma non solo), potrebbe essere allo stesso tempo il motivo di fragilità. In sostanza, il bombardamento cui le persone sottoposte costantemente potrebbe produrre l’effetto contrario a quello sperato, causando una sorta di rigetto che non solo non contribuisce ad incrementare i consumi ma li contrae. Tutto questo, fatti salvo i potenziali e ormai quasi inevitabili interventi dell’antitrust, per cui è necessario solo verificare quanto i provvedimenti potranno essere incisivi.
L’economia digitale ha beneficiato molto della crescita di queste imprese ma questo non può avvenire senza regole codificate uguali per tutti, questo è il messaggio sostanziale che emerge dall’audizione. La prima mossa è stata fatta, ora come risponderanno le big tech, chiamate contemporaneamente in causa da un’economia cinese che non intende frenare l’avanzata dei propri campioni?