A cura di Anna Maria Gentile, managing director di Yourease
L’Italia invecchia, e lo fa più velocemente di qualsiasi altro Paese europeo. Secondo i dati Eurostat, all’inizio del 2024 l’età media nel nostro Paese era di 48,7 anni, ben quattro in più rispetto a dieci anni fa. Ma se la curva demografica sale, non sempre lo fa in parallelo con la fragilità: oggi gli over 65 sono sempre più attivi, autonomi e desiderosi di restare protagonisti della propria quotidianità.
Questa nuova fotografia della terza età impone una riflessione su dove e come gli anziani scelgano di vivere. Il tradizionale modello di assistenza familiare, basato sulla presenza costante di figli e caregiver, è sempre più difficile da sostenere, complice la mobilità lavorativa e la crescente distanza generazionale. Al tempo stesso, molte persone non hanno necessità cliniche tali da giustificare il trasferimento in una RSA.
E così prende piede una terza via: il senior living, un concetto abitativo già diffuso in altri Paesi, che inizia oggi a guadagnare terreno anche in Italia. Non si tratta di strutture sanitarie, ma di veri e propri complessi residenziali pensati per anziani autosufficienti, che cercano un equilibrio tra indipendenza e servizi su misura.
Il senior living è un nuovo modo di pensare la terza età: appartamenti moderni, accessibili, inseriti in contesti che stimolano la socialità e promuovono il benessere, con spazi comuni, attività ricreative e personale dedicato al supporto quotidiano. Un’alternativa alla solitudine domestica o alla rigidità delle residenze sanitarie, che mette al centro la qualità della vita.
Ma ciò che davvero distingue queste soluzioni è l’integrazione nativa della tecnologia: a differenza delle strutture tradizionali, spesso vincolate da infrastrutture obsolete, le strutture di senior living sono progettate per implementare strumenti digitali in grado di semplificare la quotidianità, aumentare la sicurezza e migliorare la comunicazione tra ospiti, operatori e famiglie.
Non è solo questione di comfort: il senior living rappresenta un cambio di paradigma nel modo in cui guardiamo all’invecchiamento. Un modello in cui l’anziano non è più destinatario passivo di cure, ma protagonista della propria quotidianità, supportato da servizi che rispettano la sua autonomia e ne valorizzano le passioni.
Parlare con un assistente vocale per sapere cosa prevede il menù del giorno, prenotare un’attività ricreativa o ricevere un promemoria per una lezione di ginnastica diventa la normalità ed è la realtà quotidiana per molti anziani residenti in strutture smart, dove la domotica e l’intelligenza artificiale diventano alleate preziose.
Pensiamo alla signora Anna, ottant’anni, che vive in un senior living e dimentica spesso gli appuntamenti. Oggi le basta chiedere “Cosa c’è in programma per oggi?” per ricevere aggiornamenti sulle attività e i promemoria necessari. O a Luca, operatore della struttura, che grazie a un sistema automatizzato può concentrare il proprio tempo su relazioni e cura, personalizzando il proprio rapporto con ogni inquilino.
Le strutture stesse, infatti, possono analizzare le preferenze dei residenti per proporre esperienze su misura: se un ospite ama la musica, il sistema potrà segnalare eventi, concerti o sessioni di ascolto; se un altro preferisce la pittura, potrà ricevere aggiornamenti sui laboratori artistici disponibili.
Il contesto sociale è pronto a questo cambiamento. Se nel 2003 appena l’1,6% degli over 65 usava Internet, oggi – secondo Istat – la percentuale ha raggiunto il 40% e cresce rapidamente con l’avanzare di generazioni più alfabetizzate digitalmente. Il senior living diventa così il luogo ideale per implementare strumenti avanzati, fin dalla progettazione: dall’agenda intelligente che pianifica appuntamenti e attività, alla mappa interattiva per muoversi più facilmente negli spazi comuni.
E mentre la sanità pubblica fatica ancora ad abbracciare pienamente l’innovazione – basti pensare che solo il 26% delle aziende sanitarie italiane ha previsto investimenti in AI nel 2023 – queste nuove strutture mostrano come la tecnologia possa essere un moltiplicatore di benessere, efficienza e personalizzazione.
Investire in modelli abitativi su misura, dove la tecnologia è parte integrante del benessere quotidiano, è oggi una scelta lungimirante. Non si tratta solo di rispondere ai bisogni di una popolazione sempre più anziana, ma di costruire un nuovo modo di vivere la terza età.
Il senior living non è il futuro: è il presente. E rappresenta una delle risposte più concrete e innovative alle sfide che ci attendono.