Nello Stato di New York è stato appena presentato un disegno di legge che potrebbe segnare un punto di svolta nell’integrazione della tecnologia blockchain all’interno dei processi elettorali. L’8 aprile 2025, il deputato Clyde Vanel ha depositato la proposta legislativa A07716, che invita a valutare concretamente l’adozione della blockchain per rafforzare la sicurezza e la trasparenza dei sistemi di voto e dei registri elettorali. In sostanza, l’obiettivo è comprendere se questa tecnologia possa essere utile per modernizzare e rendere più affidabile l’infrastruttura democratica, così come si legge su cryptonomist.ch.
Di cosa si tratta in particolare? Il testo affida alla Commissione elettorale di New York il compito di condurre un’analisi dettagliata sull’impiego della blockchain nelle elezioni. Entro un anno, dovrà essere pubblicato un rapporto ufficiale che metta in luce vantaggi, rischi e fattibilità di un suo utilizzo su larga scala. Lo studio sarà realizzato con il supporto di esperti in sicurezza informatica, crittografia, diritto elettorale e tecnologie digitali, in modo da ottenere una valutazione completa e multidisciplinare.
La blockchain è una tecnologia che permette di registrare informazioni in modo permanente e trasparente, rendendo praticamente impossibile modificarle in seguito. È per questo che viene considerata un potenziale alleato per garantire l’integrità dei voti espressi e dei risultati finali.
Tuttavia, la blockchain può conservare in modo sicuro i dati inseriti, ma non garantisce la veridicità dei dati originari. Se un’informazione sbagliata entra nel sistema, anche la blockchain la registrerà come definitiva. Questo principio è noto come “garbage in, garbage out”, cioè se si immettono dati errati, il sistema non può correggerli.
L’interesse per il voto su blockchain non è nuovo. In passato, diverse realtà hanno già sperimentato questa tecnologia. Un caso recente riguarda la contea di Williamson, nel Tennessee, dove i risultati di una convention elettorale sono stati archiviati sulla rete Bitcoin per garantirne la sicurezza. Anche fuori dagli Stati Uniti l’idea ha suscitato interesse. L’ex candidato sindaco di Londra, Brian Rose, ha più volte sostenuto che la blockchain possa rivoluzionare il modo in cui votiamo, aumentando la fiducia dei cittadini grazie alla trasparenza e tracciabilità dei voti.
Clyde Vanel è considerato uno dei politici più sensibili ai temi dell’innovazione tecnologica. Negli ultimi anni ha promosso diverse iniziative legislative nel campo delle criptovalute, della blockchain e della tutela dei consumatori digitali. Lo scorso marzo, ad esempio, ha presentato una proposta per punire penalmente le truffe legate alle criptovalute, come i “rug pull”, in cui i fondatori di un progetto spariscono con i fondi raccolti dagli investitori.
Vanel è anche tra i fautori della prima task force statale americana sulle criptovalute, creata proprio a New York, con l’obiettivo di analizzare e regolamentare l’uso delle tecnologie finanziarie emergenti. Secondo lui, è fondamentale che i legislatori dialoghino con l’industria tecnologica per creare regole efficaci che non blocchino l’innovazione, ma che la incanalino nell’interesse pubblico.
Se il disegno di legge sarà approvato, New York potrebbe diventare lo stato pioniere nell’integrazione della blockchain nel sistema elettorale. Questo aprirebbe la strada a un modello di voto più affidabile, sicuro e moderno, capace di aumentare la partecipazione e ridurre il rischio di frodi. Tuttavia, prima di un’eventuale implementazione, saranno necessari approfondimenti tecnici, test pratici e una chiara definizione degli standard di sicurezza e privacy. Il rapporto finale atteso nei prossimi dodici mesi dalla Commissione elettorale sarà cruciale per stabilire se questa tecnologia è davvero pronta per sostenere il cuore della democrazia.
In ogni caso, il processo di innovazione nei meccanismi democratici è avviato e New York si candida a guidare questa trasformazione digitale.