di Ruggero Alcanterini
Proviamo ad immaginare per un solo momento di vivere in un Paese diverso, uno a caso, la Danimarca… Ma pensate che ci troveremmo a discutere del “Piano Colao”, che, con un colpo magistrale, spiattellato in centoventuno pagine con punti e dettagli, ha letteralmente rubato la scena a Conte ed ai suoi Stati Generali sull’Economia ? Assolutamente no, perché ci troveremmo invece a pagare tranquillamente i conti in Corone, Euro e digitale, avremmo asili nido ed attività motoria gestita da professionisti a gogo, un welfare esaustivo, lavoro per quasi tutti, comunicazioni e trasporti soddisfacenti, stipendi almeno doppi, rispetto dell’ambiente, sport per tutti come cultura dominante, etc. Ma, dal momento che siamo beneficiari della straordinaria opportunità di essere nati e di vivere la nostra esperienza nella terra da cui si generano meraviglie del tutto e del contrario di tutto, non possiamo esimerci dall’affrontare i problemi che ci ammorbano ed ahimè ci condizionano senza scampo. Da un rapido esame, i suggerimenti per la cura ed il rilancio del Bel Paese sorvolano i temi della salute e dello sport, ma li danno per impliciti tra le pieghe dell’istruzione, del turismo, della cultura e della mobilità. Non emergono riferimenti ad assist comunitari o a temute “ghigliottine”, come il MES, piuttosto che a raccolte di risorse tramite BTP particolari, come i “Futura”, ma diversamente raccomandano il buon senso, attraverso il taglio della burocrazia e tutte le forme possibili di riduzione, compensazione, stralcio e conguaglio, che riducano a all’essenziale il percorso dell’economia circolante. Così e poi ancora così continueremo a ragionare sulle carte del “protagonista”, Vittorio Colao e quando venerdì andranno in scena gli “Stati” dei “comprimari”, nel confortevole splendore del Casino del Bel Respiro, realizzato per Innocenzo X Pamphilj nel 1644 da Alessandro Algardi, per le “comparse”, ci sarà la spledida preview di un weekend con il sole di ritorno e nel dubbio dell’avvenire.