Nei giorni scorsi, la Dieta Nazionale (il Parlamento giapponese) ha promulgato una legge che impone alle più importanti aziende tecnologiche di essere più trasparenti, in linea con gli altri paesi in termini di rigidità delle normative sui giganti del settore come Google, Amazon eccetera.
In virtù della legge, le aziende che gestiscono siti Web e app di e-commerce dovranno presentare ogni anno relazioni al ministero dell’economia, del commercio e dell’industria.
Dopo aver ricevuto i rapporti, il ministero solleciterà i commercianti ad inviare dei feedback utili a creare dei report che saranno poi resi pubblici.
La legge “sul miglioramento della trasparenza e dell’equità delle piattaforme digitali” impone esplicitamente alle società di comunicare in anticipo qualsiasi modifica del contratto e stabilire modalità per elaborare i reclami. Verrà inoltre chiesto di chiarire le proprie politiche in merito alla determinazione dell’ordine dei risultati della ricerca.
La legge risponde alla preoccupazione che le big tech stiano approfittando della loro posizione dominante sul mercato per gravare eccessivamente sui commercianti che offrono merci sulle loro piattaforme, in alcuni casi cambiando termini e condizioni senza preavviso.
Tali preoccupazioni si sono accentuate durante la nuova pandemia di coronavirus, poiché le richieste del governo di rimanere a casa hanno aumentato le vendite a scapito dei negozi classici.
Mentre l’elenco delle aziende soggette alla legge sarà completato solo nel corso di questa estate, si prevede che includa Google, Amazon, Facebook e Apple insieme a società giapponesi come Rakuten e Yahoo Japan.
Infrangere la legge, tuttavia, non comporta immediatamente una multa o altre sanzioni. Questo per evitare di ostacolare l’innovazione in un settore in rapida evoluzione, secondo i funzionari del governo – rendendo di fatto il provvedimento sostanzialmente poco efficace.
Tuttavia, qualora si ritenga che una società abbia un livello di trasparenza insufficiente, il ministero può emettere un ordine di miglioramento. In casi particolarmente gravi che violano la legge antitrust, verrà chiesto alla Commissione del commercio equo e solidale di intervenire con provvedimenti attivi.
Il Giappone non è il solo paese a cercare di regolamentare le principali società tecnologiche. L’Unione europea, ad esempio, ha da tempo adottato il GDPR ed è all’ordine del giorno il dibattito riguardante la tassazione dei profitti digitali. Negli USA, invece, la vigilanza sui big tech è sempre più attenta in caso di violazioni della concorrenza, fino ad invocare una regolamentazione sulla linea di quella che decretò la scissione della Standard Oil.