In sette casi su dieci negli attacchi a livello mondiale contro enti governativi, militari e forze dell’ordine si è trattato di cybercrime. Questo quanto rivelato dal rapporto Clusit di fine anno, in crescita rispetto ai sei su dieci del 2023.
In calo, invece, episodi di attivismo che, al contrario, erano cresciuti enormemente all’avvio della guerra in Ucraina: nel primo semestre dell’anno sonno stati il 15% in discesa dal 26%.
È l’Europa a essere sempre più sotto attacco, sul fronte delle vittime.
Nei primi sei mesi dell’anno, quattro attacchi su dieci sono stati sferrati nel continente americano, ma tre su dieci sono stati contro obbiettivi europei, al 29% in decisa crescita rispetto al 23% dell’anno precedente.
“Effetto sia delle nuove norme, che hanno portato alla luce eventi che restavano sconosciuti. Sia di un’intensità di attacco crescente del cybercrime nel continente“, sottolineano i ricercatori Clusit. Letto in valore assoluto, con 469 incidenti che hanno avuto vittime in Europa, nel I semestre 2024 si sono già registrati nel continente circa il 75% degli incidenti di tutto il 2023.
Sul fronte tecnico il malware si conferma come prima tecnica utilizzata nel 32% dei casi, utilizzata soprattutto per l’elevata resa economica per le organizzazioni criminali. Ma restano numeri gli attacchi che fanno leva sulla vulnerabilita’ delle vittime, il 14%, e al terzo posto nell’8% dei casi si è trattato di phishing.
“Anche nel primo semestre 2024 il numero di incidenti subiti dal nostro Paese è sproporzionatamente alto rispetto alla nostra popolazione ed al PIL nazionale in rapporto col PIL mondiale, il che certamente merita un’attenta riflessione ed azioni concrete di mitigazione“, ha sottolineato Andrea Zapparoli Manzoni, del comitato scientifico Clusit.
In oltre un caso su dieci (11%), sotto attacco in Italia sono stati il settore governativo, militare e delle forze dell’ordine. Con l’attivismo che continua a restare su livelli più elevati che nel resto del mondo.
Presi di mira anche i settori trasporti e logistica (11%) e la Sanità (9%). Quest’ultima non raggiunge i livelli di allarme a livello globale in termini assoluto ma si conferma sotto scacco e ‘desta le maggiori preoccupazioni se guardato in prospettiva temporale’, hanno evidenziato i ricercatori di Clusit. Nel primo semestre 2024, gli incidenti rilevati nel settore sanitario italiano hanno già raggiunto il livello in numero a quelli individuati nell’intero anno 2023, con una crescita pari all’83%.