Sei dipendenti italiani su dieci segnano le proprie ore di lavoro in un sistema di time registration: a rivelarlo è un’indagine internazionale su larga scala condotta dal fornitore europeo di soluzioni HR SD Worx su oltre 5.000 aziende e 18.000 dipendenti in 18 Paesi europei. L’Italia è in linea con il resto d’Europa: in media, il 58% dei lavoratori europei dichiara di utilizzare strumenti software per tenere traccia di attività che vanno da compiti esecutivi a riunioni interne, consultazioni e sessioni di brainstorming sul posto di lavoro. Il dato è molto più alto in Paesi come Slovenia (83%), Austria (74%) e Spagna (69%).
Tenere il tempo aiuta: migliora capacità organizzative e l’equilibrio tra lavoro e vita privata
Sebbene un quinto dei dipendenti italiani percepisca la registrazione obbligatoria della propria giornata lavorativa come una fonte di stress e un terzo di loro la consideri un segno di sfiducia da parte del datore di lavoro, la metà dei lavoratori italiani ne vede i vantaggi. Il 51% è infatti fermamente convinto che si tratti di uno strumento fondamentale per garantire una migliore organizzazione e pianificazione dei compiti, nonché di un mezzo per evitare gli straordinari.
In particolare:
· il 38% dei lavoratori italiani afferma che gli strumenti di registrazione delle presenze e degli orari aiutano a mantenere un buon equilibrio tra lavoro e vita privata;
· il 48% ha dichiarato che il time tracking fornisce anche una visione della propria efficienza e produttività sul lavoro, dimostrandosi un fattore di miglioramento della propria routine lavorativa.
Time tracking contro gli straordinari
Dall’indagine risulta anche che quattro dipendenti europei su dieci facciano regolarmente straordinari e gli italiani (37%) non fanno eccezione. Le ragioni più comuni addotte per il lavoro straordinario sono l’elevata pressione lavorativa (35%), la necessità di affrontare problemi imprevisti che richiedono uno sforzo supplementare (24%) o la mancanza di personale o di risorse (26%). Anche la necessità di rispettare scadenze ravvicinate (21%) è annoverata tra le ragioni per cui si fanno ore extra.
Su queste basi, il 32% dei lavoratori italiani ha dichiarato di registrare i propri orari di lavoro sia per evitare di fare straordinari che per portare alla luce l’overworking, fornendo insight su situazioni problematiche e contribuendo a garantire una migliore organizzazione e pianificazione dei carichi di lavoro.
Le sfide per le aziende
Secondo le aziende italiane intervistate, le principali esigenze che guidano l’introduzione della time registration in azienda riguardano principalmente (per il 41%) l’ottimizzazione del tempo e della produttività. Il 32% inoltre cita il miglioramento della fiducia dei dipendenti, l’eliminazione della percezione di controllo e la necessità di rispondere alla cresenti esigenze di lavoro flessibile come altri fattori decisivi.
“I dipendenti spesso continuano a credere che la registrazione del tempo sia principalmente una questione di controllo, ma in realtà è uno strumento utile ad aumentare la consapevolezza di come si utilizza il proprio tempo. Aiuta i dipendenti a lavorare in modo efficiente, a sapere cosa è già stato fatto e a stabilire le priorità. Avere la giusta consapevolezza di come si utilizza il proprio tempo può inoltre supportare il raggiungimento di un buon equilibrio tra lavoro e vita privata: l’intero team lavorativo trae vantaggio dalle informazioni della time registration, in quanto i colleghi hanno una visione comune di qualsiasi pressione lavorativa e sono in grado di stabilire le priorità e supportarsi a vicenda, se necessario“, afferma Bert De Vriendt Country Leader di SD Worx Italy