Lavoro, giovani, salari bassi, ma anche geopolitica e fusioni bancarie. Carlo Messina, consigliere delegato e ceo di Intesa Sanpaolo, ha affrontato in un’intervista a La Stampa diversi temi chiave per il futuro dell’economia italiana, mettendo in luce la necessità di puntare sul capitale umano come leva strategica per la crescita del Paese.
“Con centomila dipendenti, di cui settanta mila in Italia, siamo il primo datore di lavoro privato in Italia – ha ricordato Messina, sottolineando l’impegno della banca nel proteggere i lavoratori e sostenere le imprese che assumono giovani e donne – Stiamo lavorando per mettere a disposizione 10 miliardi di finanziamenti agevolati destinati alle aziende che investono nell’occupazione di queste categorie, adottando una logica simile all’Ires premiale. Il governo usa la leva fiscale, noi offriamo tassi di interesse agevolati”.
Messina ha spiegato come l’obiettivo sia quello di coniugare l’aumento della competitività e della produttività con la creazione di nuovi posti di lavoro, soprattutto nel settore tecnologico. “Portare i giovani in azienda può essere un motore di crescita fondamentale per il Paese”.
Il ceo di Intesa Sanpaolo ha poi richiamato l’attenzione sulla situazione dei “Neet”, ovvero quei giovani che non studiano né lavorano, stimati in circa un milione e mezzo in Italia. “Recuperare questi ragazzi e ragazze, facendoli tornare allo studio o al lavoro, rappresenta una sfida e al tempo stesso un’opportunità cruciale per rilanciare l’economia”. La banca è attivamente impegnata su questo fronte attraverso progetti con la Fondazione Cariplo, la Compagnia di San Paolo e altre fondazioni azioniste.
Sulle fusioni bancarie, Messina ha chiarito che “il mercato crea valore” ma ha evidenziato l’importanza di coinvolgere non solo gli azionisti, ma anche i lavoratori e i clienti. “Senza creare valore per queste categorie, nessun progetto di crescita è sostenibile, nemmeno tramite fusioni”. Inoltre, ha rimarcato come il sistema-Paese e le autorità competenti debbano giocare un ruolo centrale nelle valutazioni, specie considerando il risparmio come una leva di sicurezza nazionale tanto quanto la difesa o l’energia.
Infine, sul tema del Golden Power, lo strumento che consente al governo di intervenire nelle operazioni strategiche, Messina ha auspicato un utilizzo corretto e costruttivo. “Mi sembra che i principali punti di conflittualità si stiano risolvendo, come speravo fin dall’inizio. I soggetti rilevanti per il Paese non possono vivere in uno stato di conflitto permanente.”