Di Pierfrancesco Malu –
Amalia, una startup innovativa, utilizza la tecnologia per semplificare la selezione del badante ideale per le famiglie, tenendo conto di esperienza, competenze e personalità dell’anziano da assistere.
La piattaforma offre supporto contrattuale sia alle famiglie che ai badanti, mirando a ridurre il burnout e combattere la cosiddetta “sindrome Italia”, un fenomeno che colpisce le lavoratrici straniere nel settore dell’assistenza.
Fino ad oggi, Amalia ha assistito 635 famiglie, gestendo oltre 57.950 candidature di badanti e generando quasi 3,5 milioni di euro in stipendi per i lavoratori.
In Italia, il numero di badanti è circa 1,12 milioni, principalmente donne straniere, e questa cifra è destinata a salire con l’invecchiamento della popolazione. Molte famiglie faticano a distinguere i badanti qualificati da quelli meno esperti, e non tutti gli assistenti sono adatti alle esigenze specifiche degli anziani.
Fondata da Sonia Paonessa ed Eliana Pèrez, che hanno lasciato i loro precedenti lavori per migliorare i servizi di assistenza alle persone fragili, Amalia punta a facilitare la selezione di caregiver professionali. Grazie a un processo innovativo che utilizza algoritmi e domande adattive, la startup individua il match perfetto tra badante e anziano, rispondendo alle esigenze specifiche delle famiglie. Amalia è stata fondata a Brescia nell’ottobre 2020.