Il Retail Real Estate torna progressivamente nel mirino degli investitori. Il 63% dei manager intervistati per l’EY Retail Property Investments Barometer Italy nei prossimi 3 anni effettuera’ investimenti in Italia, con un impegno tra i 50 e i 200 milioni di euro. E tra chi ha gia’ investimenti nel nostro paese, secondo il sondaggio annuale condotto da EY tra luglio e settembre 2023 che fotografa il mercato immobiliare italiano, l’80% ha destinato all’Italia una porzione dei fondi a disposizione, che per il 40% supera i 200 milioni di euro.
Sostenibilita’ e digitalizzazione si confermano i trend. Sei manager su dieci dichiarano di voler investire nel miglioramento dell’impatto ambientale dei propri immobili, soprattutto contenendo i consumi, mentre la dimensione sociale e del mondo ESG trova spazio nelle strategie del 37% degli investitori, che mostrano attenzione a temi come l’inclusione e la solidarieta’. L’85% dei manager sta implementando o ha in programma attivita’ di valorizzazione dei propri asset, con particolare attenzione a strategie di ridefinizione del merchandising mix (54%) ed interventi di efficientamento energetico (27%). Prioritaria anche l’adozione di strumenti digitali: circa il 60% degli intervistati per l’EY Retail Property Investments Barometer Italy sta pianificando investimenti volti principalmente al miglioramento delle operazioni degli immobili.
‘La nostra indagine evidenzia diverse opportunita’ per il rilancio dell’asset class retail nelle strategie di investimento immobiliari – commenta Marco Daviddi, Strategy and Transactions Managing Partner di EY in Italia – Certamente c’e’ un tema di qualita’ del prodotto presente in Italia, che ad eccezione per la tipologia ‘high street’ e’ considerato qualitativamente inferiore alla media europea, e di rischio percepito per i fenomeni legati allo sviluppo delle vendite online (il 33% lo considera ancora come il principale fattore di rischio del settore), all’incremento dei costi operativi (31%) e alla riduzione della capacita’ di spesa dei consumatori (29%). Allo stesso tempo emerge una rilevante propensione all’investimento’.
Resta una forte propensione per il Nord del Paese che e’ dichiarato obiettivo di investimento per il 63% degli investitori (contro appena il 20% del Centro e addirittura il 6% del Sud). In generale l’orientamento positivo e le aperture degli operatori sembrano essere influenzate principalmente dalle prospettive di rendimenti piu’ elevati che in Italia offre l’asset class retail. Tuttavia, conclude lo studio, alcuni rischi peculiari e la necessita’ di adeguamento del prodotto, che rendono il mercato ora poco liquido, fanno prevedere che la ripresa decisa dagli scambi sara’ graduale e potra’ saturarsi nel medio periodo.