“L’occupazione, l’utilizzo dell’energia rinnovabile, la reputazione, la coesione sociale del territorio, le filiere, l’informazione, l’istruzione”: sono queste le sfide e le opportunità per le imprese e il sistema Paesi che si pone la transizione digitale ed ecologica, oggetto di dibattito nella sala Caduti di Nassirya del Senato grazie all’iniziativa del senatore della Lega Giorgio Maria Bergesio.
Assieme ai colleghi di partito Massimo Bitonci, sottosegretario al ministero delle Imprese e del Made in Italy, e Gian Marco Centinaio, vice presidente dell’Aula di Palazzo Madama, hanno spiegato in quale direzione vuole andare il governo per rendere più efficiente il sistema produttivo delle imprese, per lo più micro, che ancora oggi si trovano a non essere sufficientemente al passo con i tempi.
Attraverso disegni di legge delega, che a breve verranno approvati al Senato, poi alla Camera e poi passeranno nelle mani dell’esecutivo, si mira a realizzare sì gli obiettivi del Pnrr, che mette a disposizione 6 miliardi per la transizione digitale e quindi anche ecologica, ma anche a creare benessere tenendo conto di quelle che sono le richieste che arrivano direttamente dalle imprese, molte delle quali non conoscono la realtà dell’industria 4.0, che per la maggior parte rappresenta un’opportunità di crescita.
Certo, come ha ricordato Centinaio, è necessario che tutti, non solo i giovani e non solo nelle imprese, facciano dei corsi di aggiornamento, continuino a studiare, così come è necessario avere delle connessioni efficienti in maniera tale che tutto riesca al meglio. “Il sistema Italia, considerato che siamo nel G7, deve essere all’altezza degli altri Paesi. Quando sentiamo che sulla formazione siamo al 20esimo posto su 27, ogni tanto la domanda che uno si pone è: ‘che cosa ci facciamo nel G7? Dovremo essere nel G27’. E quindi il lavoro che deve essere fatto e che stiamo facendo è cercare di tenere l’Italia al passo con i tempi”, ha detto il vicepresidente del Senato in quota Carroccio.
Bitonci, che ha sottolineato più o meno le stesse criticità e punti di forza, ha voluto mettere l’accento anche sull’autonomia regionale che “è importantissima, ma deve seguire la politica economica del governo all’interno di un progetto di sviluppo che interessi tutto il Paese”, perché si deve tenere conto di tutto e tutti, non soltanto di quella che è la zona più produttiva.