di Maurizio Pimpinella
Nella vita, come negli affari, esistono momenti unici e occasioni irripetibili. L’industria del turismo italiano, ad esempio, si trova potenzialmente in prossimità di uno di questi momenti che, grazie ad una particolare congiuntura, potrebbe fare del nostro Paese una delle più ambite mete del prossimo decennio, avviando di fatto una stagione turistica che procede senza soluzione di continuità dall’estate 2023 a quella del 2032.
La nostra penisola, infatti, sta per essere coinvolta da numerose e importanti manifestazioni a carattere internazionale – da Nord a Sud – certamente in grado di accrescerne di per sé la capacità attrattiva. Un’onda lunga che però va accompagnata, alimentata e sostenuta adeguatamente.
Tale particolare fenomeno, paragonabile per certi aspetti davvero ad un particolarissimo allineamento astrale, sarebbe possibile sfruttando l’effetto attrattivo dei Grandi Eventi internazionali (alcuni già in programma altri ancora pronosticati) per il nostro Paese. Si inizia con la prossima Ryder Cup 2023, evento di nicchia ma dal grande fascino, per poi passare al Giubileo del 2025 e ai Giochi olimpici e paralimpici invernali di Milano-Cortina 2026. Questi ultimi, in particolare, di grande richiamo anche per il vasto pubblico. Ma non finisce qui. Proprio pochi giorni fa, Roma ha presentato a Ginevra la propria candidatura come sede ospitante dell’Expo 2030, un grande evento diffuso dal tema “La bellezza di Roma: un viaggio dal passato al futuro“, che dovrebbe rimettere al centro del mondo la Città Eterna. Pochi giorni prima, invece, è pervenuta ufficialmente la candidatura dell’Italia come Paese ospitante gli europei di calcio del 2032. Si finirebbe quindi “col botto”, ovvero con un evento di richiamo planetario che coronerebbe questo percorso. Chiaramente, l’organizzazione di alcuni di questi eventi non solo è già stata avviata ma è addirittura prossima alla chiusura, tuttavia, è l’orizzonte dei tempi che dovrebbe solleticarci maggiormente con la prospettiva di organizzare – possibilmente in forma armonica ed omogenea – un’unica enorme campagna di promozione e di organizzazione turistica. Si tratterebbe, in qualche caso come una grande corsa a tappe del ciclismo, fatta di climax in montagna, di crono e di pedalate in pianura da percorrere tutte d’un fiato verso un unico obiettivo comune.
Se tutti questi avvenimenti dovessero convergere, l’Italia amplificherebbe notevolmente la propria risonanza turistica, creando un conseguente volano di sviluppo per tutto il Paese anche per gli anni a venire, con evidenti ricadute occupazionali, di comunicazione e di immagine. Non è, infatti, immaginabile che un così lungo periodo sotto ai riflettori non comporti una crescita strutturale degli investimenti (nazionali ed esteri) e delle presenze in tutte le località turistiche italiane, comprese quelle al di fuori dalle principali rotte.
Per quanto riguarda poi l’organizzazione “collaterale” non parliamo poi del restyling infrastrutturale che dovrebbe coinvolgere sostanzialmente tutta la penisola, un fattore questo – se abbinato bene anche ai fondi del PNRR – in grado di ammodernare drasticamente il nostro Paese e renderlo tra i più avanzati in Europa. La diffusione geografica poi di tali avvenimenti garantirebbe, infine, una sostanzialmente omogenea distribuzione delle risorse a tutto beneficio di un altrettanto omogeneo sviluppo.
Il punto focale di questo fenomeno dovrebbe, infine, essere la governance, necessariamente unica e in grado di coordinare con coraggio le azioni di tutto il sistema nazionale da quello istituzionale a quello delle imprese coinvolgendo necessariamente i corpi intermedi. Elemento conduttore poi del progetto dovrà necessariamente essere il digitale, fine e motore di sviluppo di questa enorme macchina. È quindi necessario un grande patto per la digitalizzazione dell’Italia tale da favorire la realizzazione di progetti accattivanti per il viaggiatore e sostenibili per il cittadino ma, soprattutto, indirizzati alla realizzazione di una nuova forma di cittadinanza attiva nata dall’inclusione nel processo di tutte le risorse umane, anche perché i ragazzini del 2023 saranno gli uomini e le donne del 2023 e i neonati di oggi saranno i consumatori del domani.