Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa russa Tass, il ministro dell’Industria e del Commercio Denis Manturov ha detto in una conferenza che è solo una questione di tempo prima che i pagamenti in cripto siano legalizzati. “La domanda è quanto e come, e ci stanno lavorando sia la banca centrale che il governo. Ma tutti capiscono che si tratta di una tendenza del nostro tempo e che, presto o tardi, in un modo o nell’altro, andrà in porto”. Fino all’invasione dell’Ucraina l’istituto centrale russo e il governo di Mosca avevano divergenze di opinioni sulle cripto: la prima spingeva per bandirle del tutto, mentre il ministero delle Finanze voleva una regolamentazione in modo che le attività sugli asset digitali venissero tassate. La politica della banca centrale è cambiata dopo la guerra, e la governatrice Elvira Nabiullina ha detto che una delle ragioni per cui questo è successo è legata alle sanzioni occidentali contro Mosca, che hanno reso necessario ripensare l’economia russa. Contrariamente a quanto si ipotizzava all’inizio del conflitto, peraltro, dagli ultimi dati sembra che gli oligarchi russi non siano riusciti a utilizzare le valute digitali come modo per evitare le misure patrimoniali occidentali: le maggiori piattaforme hanno bloccato tutte le transazioni superiori a 10mila dollari provenienti da individui russi.
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