Di seguito, l’intervista al presidente A.P.S.P. per l’Espresso
GC: Gentile Professore, oggi si parla sempre di più di blockchain. Siamo in un momento storico in cui questa innovazione sta catalizzando moltissime attenzioni, ma troppo spesso si rimane incagliati in una confusione ancora abbastanza generalizzata, tra Criptovalute, Bitcoin, Piattaforme blockchain, Smart Contract e quant’altro. Le chiederei di chiarirci un po’ la tecnologia blockchain…
MP: Le tecnologie blockchain sono incluse nella più ampia famiglia delle tecnologie di Distributed Ledger (si rimanda altrove per una definizione tecnica di Distributed Ledger e Blockchain), ossia sistemi che si basano su un registro distribuito, che può essere letto e modificato da più nodi di una rete. Per validare le modifiche da effettuare al registro, in assenza di un ente centrale, i nodi devono raggiungere il consenso. Le modalità con cui si raggiunge il consenso e la struttura del registro sono alcune delle caratteristiche che connotano le diverse tecnologie Distributed Ledger. Per quanto riguarda una sua definizione, la blockchain è sostanzialmente un registro di contabilità condiviso e immutabile che facilita il processo di registrazione delle transazioni e la tracciabilità dei beni in una rete commerciale. Un asset può essere tangibile (una casa, un’auto, denaro, terra) o intangibile (proprietà intellettuale, brevetti, copyright, branding).
GC: Praticamente qualsiasi cosa che abbia un valore può essere rintracciata e scambiata su una rete blockchain, se ho ben capito…
MP: Sì, esattamente, riducendo rischi e costi per tutti gli interessati. La rilevanza di questa tecnologia è evidente in quanto strumento ideale per trasmettere e tutelare i dati dal momento che la blockchain fornisce informazioni immediate, condivise e completamente trasparenti archiviate in un registro immutabile a cui possono accedere solo i membri di rete autorizzati. Una rete blockchain può, tra le altre cose, tracciare ordini, pagamenti, account, produzione e molto altro ancora. E dato che i membri condividono una visione univoca della verità, è possibile vedere tutti i dettagli di una transazione end-to-end, generando così maggiore fiducia, oltre a nuove opportunità in termini di efficienza.
GC: Quali sono gli ulteriori vantaggi?
MP: Tra i vantaggi del ricorso alla blockchain vi è l’ottimizzazione e l’efficientamento delle risorse. Le operazioni spesso sprecano risorse in registrazioni duplicate e convalide di terzi. I sistemi di conservazione dei record possono essere vulnerabili a frodi e attacchi informatici. La trasparenza limitata può rallentare la verifica dei dati. E con l’arrivo dell’IoT, i volumi delle transazioni sono esplosi. Tutto questo rallenta l’attività di business e incide negativamente sul risultato finanziario e significa che ci serve un modo migliore.
GC: Lo sviluppo delle nuove applicazioni blockchain, però, dovrà procedere parallelamente all’evoluzione della normativa…
MP: Spesso è ancora un ostacolo allo sviluppo delle soluzioni più innovative. Un tentativo di fare chiarezza è stato a livello europeo il regolamento Markets in Crypto Asset Regulation (“MiCA”). Oggi diverse aziende di tutto il mondo hanno iniziato a sperimentare soluzioni Blockchain e Distributed Ledger. E sono emersi con più chiarezza gli ambiti di applicazione e le piattaforme di soluzioni e sviluppo. Il settore più avanzato è sicuramente quello della Finanza & Assicurazioni, con in testa i risvolti monetari relativi alle valute digitali, alle cripto e alle valute digitali delle banche centrali. Gli NFT (i non fungible token) sono un fenomeno di grande richiamo e crescita rencente. Non mancano, tuttavia, progetti e applicazioni in ambito Agrifood, Advertising, Logistica e perfino Pubblica Amministrazione, ad ulteriore testimonianza della versatilità di questa tecnologia.
GC: In Italia, la blockchain è ancora agli albori…
MP: Sì anche se il suo livello di adozione è in crescita. Per quanto riguarga i progetti internazionali, nel 2020 sono cresciuti del 59% rispetto al 2019. Anche in Italia le aziende si stanno concentrando prevalentemente sull’avvio di progetti operativi. Nel 2021 la blockchain in Italia ha rappresentanto un trend che risulta in netta crescita, grazie anche al consolidamento di diversi progetti che sono passati a fasi più mature.Tuttavia, nel 2020 gli investimenti in blockchain e Distributed Ledger da parte delle aziende italiane hanno subìto un calo del 23%. Le cause della decrescita del mercato, che nel 2019 era in forte aumento, sono da individuare principalmente nell’impatto della pandemia da Covid-19 sui nuovi progetti: le aziende si sono concentrate sullo sviluppo dei progetti già avviati prima della pandemia, mentre sono poche quelle che ne hanno lanciati di nuovi.
GC: In quali modalità è possibile applicare la tecnologia alla p.a.?
MP: Molteplici modalità, la blockchain e’ un database, con determinate caratteristiche, trasparenza, immutabilità, tracciabilità e sicurezza, specialmente tra organizzazioni untrusted (dove quindi avere un elemento terzo che garantisca dati e transazioni sia elemento di valore). Casi d’uso sono stati già suggeriti, quelli di maggior valore sono, gestione documentale con valore notarile, tracciabilità di filiere e processi, gestione finanziaria digitale veloce e sicura, sicurezza dei dati.
GC: : Quali sono le difficoltà emerse?
MP: In ambito P.A. le maggiori difficoltà provengono dalla bassa digitalizzazione dei dati e da una ritrosia della burocrazia di avere un sistema di supervisione di processo immutabile e quindi difficilmente ‘aggiustabile’.
GC: Quali soluzioni?
MP: Forzare l’adozione attraverso enti regolatori che stabiliscano regole certe e suggeriscano soluzioni che richiedano tecnologie che garantiscano immutabilità e trasparenza e tracciabilità di dati e transazioni.