Secondo un recente rapporto delle Nazioni Unite, le organizzazioni criminali legate alla cybercriminalità che operano nel Sud-Est asiatico stanno crescendo in modo impressionante, diventando vere e proprie industrie del crimine. L’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (UNODC) ha pubblicato ieri un documento in cui si denuncia che le attività criminali in Paesi come Myanmar, Cambogia e Laos stanno andando oltre la capacità dei governi locali di contenerle.
Il rapporto spiega che questi gruppi si sono trasformati in mega-centri per truffe e frodi informatiche, gestiti da organizzazioni criminali transnazionali. Si tratta di strutture molto complesse, che coinvolgono riciclatori di denaro, trafficanti di persone, broker di dati e altri operatori illegali altamente specializzati. In pratica, è nata una filiera del crimine organizzato digitale, come riporta pymnts.com.
Questi sindacati criminali asiatici sono ormai considerati i principali attori a livello globale nelle frodi informatiche, nel riciclaggio di denaro e nel cosiddetto banking clandestino (ovvero transazioni finanziarie fuori dai circuiti ufficiali). Stanno anche stringendo alleanze con altre mafie internazionali, come quella italiana e irlandese, e in alcuni casi con gruppi legati alla Cina, che aiutano i cartelli della droga messicani a ripulire denaro e vendere valuta sui mercati neri.
Il giro d’affari sarebbe enorme: centinaia di operazioni fraudolente attive, che fruttano decine di miliardi di dollari ogni anno. Nel solo 2023, si stima che l’Asia orientale e sud-orientale abbia perso fino a trentasette miliardi di dollari a causa di frodi informatiche. Negli Stati Uniti, invece, nello stesso anno le truffe legate alle criptovalute hanno causato danni per oltre cinque miliardi e mezzo di dollari.
Anche se in alcuni Paesi si sono intensificati i controlli e le azioni di contrasto, con raid e sequestri lungo i confini, i gruppi criminali hanno mostrato una grande capacità di adattamento. Quando vengono colpiti, spostano le loro attività in aree più isolate o utilizzano tecnologie come i servizi internet satellitari, ad esempio Starlink, per rimanere operativi. Questa flessibilità permette loro di cambiare rapidamente sede o strategia, adattandosi ai contesti più favorevoli per continuare le attività.
Il rapporto delle Nazioni Unite lancia un forte allarme: la situazione è arrivata a un punto critico, e serve una cooperazione internazionale urgente per tagliare i finanziamenti a questi gruppi e impedire che la loro influenza si diffonda ancora di più a livello globale.