Revolut, la fintech globale con oltre 50 milioni di clienti, ha pubblicato oggi il suo terzo Consumer Security and Financial Crime Report, rivelando le tattiche in rapida evoluzione dei truffatori a livello globale e in Italia. Il report evidenzia che i criminali si stanno sempre più rivolgendo a servizi di messaggistica crittografati per sfruttare le vittime, con la percentuale di frodi originate su WhatsApp e Telegram in forte aumento nella seconda metà del 2024. Nonostante questo cambiamento, le piattaforme Meta (Facebook, Instagram, WhatsApp) hanno rappresentato collettivamente il 54% di tutte le truffe segnalate a Revolut a livello globale, segnando il terzo periodo di rendicontazione consecutivo in cui Meta ha mantenuto questa posizione.
Revolut prende molto sul serio le frodi e il rischio che i clienti vengano truffati dalla criminalità organizzata, e solo nel 2024, ha impedito oltre 710 milioni di Euro (oltre 600 milioni di sterline) di potenziali frodi ai danni dei suoi clienti. L’azienda migliora continuamente le funzionalità di sicurezza, quest’anno lanciando le chiamate in-app per aiutare i clienti a denunciare rapidamente le truffe di impersonificazione, oltre a implementare sistemi di rilevamento delle frodi basati sull’AI in tempo reale, limiti di transazione, requisiti di autenticazione biometrica e fornendo risorse educative per aiutare i consumatori a rimanere informati sui potenziali rischi. Tuttavia, gli istituti finanziari non possono combattere da soli la vasta portata delle truffe che hanno origine sulle piattaforme di social media. I principali risultati dell’ultimo Consumer Security and Financial Crime Report di Revolut evidenziano:
- La crittografia non è sinonimo di protezione: le frodi provenienti da WhatsApp e Telegram rappresentano ormai oltre un terzo delle truffe segnalate (39%), poiché i criminali si rivolgono sempre di più ai servizi di messaggistica crittografati per sfruttare le vittime. I consumatori sono portati a credere che queste piattaforme siano sicure, eppure il numero di casi derivanti da Telegram è aumentato di un sorprendente 121% nel secondo semestre 2024, mentre i casi di Whatsapp sono aumentati di un preoccupante 67%
- Meta rimane la principale fonte di truffe: nonostante la crescita delle altre piattaforme, quelle di Meta rappresentano oltre la metà (54%) delle truffe segnalate a Revolut a livello globale nel secondo semestre del 2024. Questo segna il terzo periodo di rendicontazione consecutivo in cui Meta ha mantenuto questa posizione
- Le truffe sugli acquisti continuano a dominare, con le truffe sui biglietti che prendono di mira le generazioni più giovani: nonostante la natura in continua evoluzione delle frodi, la prevalenza delle truffe sugli acquisti rimane costante. Nella seconda metà del 2024 si è assistito a un preoccupante andamento delle truffe sui biglietti, poiché i criminali hanno preso di mira i gruppi demografici più giovani, con individui di età compresa tra 17 e 24 anni e tra 25 e 34 anni che rappresentano la stragrande maggioranza dei casi segnalati (rispettivamente il 36% e il 38%)
In Italia, questi i principali dati sulle truffe:
- il 50% dei casi di truffa avviene su Telegram, seguito da WhatsApp con il 23%
- L’Italia è il Paese che registra il maggior numero di truffe sulle offerte di lavoro (i cosiddetti Job scam) in Europa: il 52% del totale delle truffe. Di questi, il 71% avviene su Telegram mentre il 23% su WhatsApp
- L’Italia è poi il Paese dove le truffe sugli acquisti registrano la quota minore in Europa, il 26% del totale. Questo tipo di truffa avviene principalmente su Facebook (26%) e su Ticketmaster (23%)
- Le truffe sugli investimenti rappresentano il 13%, quota simile ad altri Paesi europei, e in Italia avvengono principalmente su WhatsApp (31%)
Queste cifre non sono solo statistiche: rappresentano persone reali, perdite reali e una grave violazione della fiducia.
Woody Malouf, Head of Financial Crime di Revolut, commenta: “I truffatori stanno rapidamente adattando le loro tattiche, sfruttando sempre di più app di messaggistica crittografate presumibilmente sicure come WhatsApp e Telegram. Tuttavia, nonostante i ripetuti appelli di Revolut e di altri istituti finanziari, le piattaforme di social media non riescono ad affrontare le frodi che affligge i loro utenti e la loro inazione non è solo negligente; è un facilitatore diretto della criminalità finanziaria. Abbiamo bisogno di un’azione immediata e decisa, non di promesse vuote”.
Revolut chiede più di semplici misure reattive; sostiene un intervento proattivo, tra cui processi di verifica più rigorosi per inserzionisti e creatori di contenuti, un solido monitoraggio basato sull’intelligenza artificiale e una collaborazione fluida con istituti finanziari e forze dell’ordine. Inoltre, Revolut continua a spingere affinché le aziende di social media si impegnino a condividere il rimborso per le vittime di truffe che hanno origine sulle loro piattaforme. L’attuale status quo rimane inaccettabile.