Una crescita del Pil reale dello 0,4% nel 2025 e dello 0,7% nel 2026 con una riduzione del tasso di inflazione dal 2,1% nel 2025 all’1,9% nel 2026. Le proiezioni di EY per l’economia italiana vedono una nuova fonte di incertezza con lo scenario dei dazi americani che potrebbero pesare per un impatto sul Pil compreso tra -0,5% e -1,0% al 2027.
Già nel quarto trimestre del 2024 le importazioni e le esportazioni hanno registrato una riduzione rispettivamente dello 0,4% e 0,2%, in termini congiunturali, con un contributo alla crescita del Pil di circa 0,1 punti percentuali. In uno scenario in cui, nel quarto trimestre dell’anno, si è registrata una crescita congiunturale dello 0,1% e tendenziale dello 0,6%, principalmente trainata dalle componenti di domanda interna, specialmente dagli investimenti con +1,6%, mentre i consumi privati hanno mostrato una crescita contenuta pari allo 0,2%.
Il valore delle esportazioni di beni dei Paesi membri dell’Ue verso gli Stati Uniti nel 2023 ha raggiunto il valore di circa 533mld di euro, di cui circa 290 miliardi riferiti a Germania (148 miliardi), Italia (67 miliardi), Francia (53 miliardi) e Spagna (21 miliardi), con i prodotti farmaceutici che da soli valgono per 101 miliardi di euro), macchinari e apparecchiature meccaniche per 81 miliardi e veicoli e componenti per 59 miliardi.
In riferimento al mercato del lavoro, il tasso di disoccupazione è atteso intorno al 6,4% nel 2025 e in crescita al 7,1% nel 2026. Infine, possibili nuovi investimenti pubblici nel settore della difesa, secondo il report vedono effetti sulla crescita economica di breve periodo dibattuti e dipendenti dalla composizione, mentre potrebbero essere positivi e permanenti i benefici potenziali nel lungo termine. In particolare, perchè favoriscono una composizione della spesa pubblica a favore delle voci di ricerca e sviluppo direttamente correlate al miglioramento della produttività del Paese.