Alla Commissione europea è stato presentato ieri il piano di azione europeo per l’industria dell’acciaio e dei metalli (Action Plan on Steel and Metal). Gli obiettivi sono sostenere ed espandere le capacità industriali europee e, allo stesso tempo, accelerare la transizione del settore, oltre a contrastare le sfide che minacciano la competitività del mercato, tra cui gli elevati costi energetici e la concorrenza internazionale sleale.
Inoltre, la Commissione Ue ha presentato anche un white paper che presenta soluzioni per colmare le lacune di capacità critiche e costruire una solida base industriale della difesa, con obiettivi fissati al 2030. La necessità è quella di rafforzare l’industria europea dell’acciaio e dei metalli, in linea con il cambiamento della posizione degli Stati Uniti nei confronti della difesa degli alleati europei, che sta portando alla definizione di un piano di riarmo comunitario (ReArm Europe).
A questo proposito, Federacciai, la Federazione imprese siderurgiche italiane, ha commerìntato: “Il Piano d’azione per l’acciaio e i metalli presentato oggi dalla Commissione UE presenta ancora molte incertezze attuative, con lacune significative su energia, commercio e rottame. Il tema energetico resta privo di misure concrete per ridurre i costi alle industrie metallurgiche, creando possibili squilibri tra i Paesi europei. Sul CBAM, positivo l’impegno a rivedere il sistema per includere l’export, ma la clausola “melted and poured” è stata solo rimandata a una valutazione futura, lasciando aperti rischi di elusione dei dazi”.
“Per la difesa commerciale, è positivo il ritorno all’indicazione di un’elevata protezione per lo strumento post-salvaguardia, con la bozza anticipata al terzo trimestre. L’aspetto più critico resta il rottame ferroso: il problema dell’export viene riconosciuto, ma senza misure concrete. Le azioni restano legate a una generica valutazione futura, senza affrontare il rischio di drenaggio di materiale strategico verso Paesi senza standard ambientali equivalenti. Serve una politica chiara per trattenere il rottame in Europa, impedendone l’export verso chi non rispetta le nostre normative ambientali, pena un grave danno alla transizione ecologica della siderurgia europea. Il quadro resta frammentato e richiede un forte lavoro con la Commissione. Federacciai, che rappresenta la seconda siderurgia europea e la prima per decarbonizzazione, deve essere coinvolta direttamente per garantire misure efficaci e bilanciate”.